Dopo tre splendidi cortometraggi, finalmente approdano al lungometraggio gli adorabili Wallace & Gromit, personaggi di plastilina animati dagli studi inglesi Aardman al ritmo di tre secondi di film al giorno (ci sono voluti cinque anni per finirlo!). In questo episodio lo strampalato inventore Wallace ha organizzato un servizio per proteggere dal flagello dei conigli gli orti dei suoi compaesani, che vivono tutti in funzione di un concorso per verdure giganti organizzato da Lady Campanula Tottington. Ovviamente Wallace si caccerà nei guai, questa volta a causa di un coniglio mannaro che semina il terrore nei campi, e toccherà ancora una volta al suo fidato e intelligentissimo assistente, il cane Gromit, cavarlo di impaccio.
Il film è delizioso e mantiene inalterati i pregi degli episodi precedenti: personaggi di plastilina che sembrano vivi per l’espressività della mimica e la precisione dei tic, umorismo inglese spesso molto sottile, fatto di piccoli dettagli, il tutto all’interno di una trama strampalata ma coerente che cita atmosfere e inquadrature di tanti classici del cinema senza che mai il gioco diventi fine a se stesso. Il successo incontrato dalla Aardman con Galline in fuga ha portato in dote una maggiore ricchezza produttiva, che si può notare, per esempio, dalla colonna sonora di Hans Zimmer, che non ha nulla da invidiare a quella di un vero film d’azione. C’è anche qualche gag un po’ più "adulta" (irresistibile il coniglio mannaro che palpa il sedere a Gromit travestito da coniglia mannara). Forse la lunga durata fa risaltare quello che è un pregio ma anche un limite dei personaggi creati da Nick Park: il loro essere così totalmente inglesi, legati a una società di piccoli villaggi che non esiste più e che, più che essere satireggiata, viene trattata con una bonomia un po’ nostalgica. Ma perché cercare il pelo nell’uovo? Più di tanti altri film questo è autentico cinema, in cui ogni inquadratura è pensata, ogni singolo dettaglio è un parto diretto della fantasia dell’autore, e i personaggi che "parlano" di più sono quelli muti. Guardatelo (ma anche i cortometraggi!).