Non posso dire di avere conosciuto bene Luigi Bernardi. Ci siamo sempre visti di sfuggita. Ma quel poco mi è stato sufficiente per capire che persona stimabile fosse.
L’ho incontrato per la prima volta negli anno ’90, sulla mailing list letteraria di Fabula. Si comportava come un utente come tanti, addirittura scrisse un raccontino per la nostra piccola antologia di testi brevissimi (di cui parlo nella pagina dedicata ai miei racconti). Allora non sapevo che era già un editore all’avanguardia, che con la sua Granata Press aveva portato per primo i manga in Italia, e stava facendo esordire scrittori come Giuseppe Ferrandino, Stefano Massaron, Nicoletta Vallorani, Paolo Aresi…
Devo dire la verità: un po’ mi intimidiva. Credo fosse per quel suo umorismo caustico, che ti sapeva demolire con una parola (peraltro con me è sempre stato molto gentile). Il tipo di umorismo che solo le persone che la sanno lunga possono permettersi. E lui la sapeva lunga: aveva fiuto. Sapeva riconoscere a prima vista le potenzialità di uno scritto, di un autore. Quasi una maledizione, visto che arrivava sempre prima, e poi altri coglievano i frutti.
Qualche anno fa gli proposi alcune idee per un romanzo breve da pubblicare nella collana che dirigeva, Perdisa Pop. Nonostante fossi meno di un conoscente, si prese la briga di valutare attentamente le mie proposte e mi disse di portarne avanti una. Ovviamente la più difficile, quella che mi lasciava più incerto, ma anche quella che mi avrebbe probabilmente portato a dare il meglio. Ci lottai per più di un anno senza portarla a termine, poi lui annunciò che avrebbe lasciato la direzione della collana per dedicarsi solo a scrivere.
Allora mi sembrò quasi una defezione: c’era bisogno di uno come lui nell’editoria. Uno per cui mestiere e passione formavano un’unità inscindibile. Immagino che in realtà già sapesse di avere poco tempo: ci ha lasciato l’altro ieri, a soli 60 anni. Mancherà a tantissimi.
Mi ricordo bene di Bernardi perche’ leggevo fumetti che pubblicava e anche la rivista KAOS, sicuramente una figura interessante nel panorama editoriale dei fumetti, non conoscevo la sua parte piu’ “letteraria”, grazie per aver riportato la notizia che mi ero proprio perso!