Ebbene sì, qualche ora fa questo blog ha superato la barriera dei diecimila contatti! Risultato tanto più sorprendente se si pensa che per fare i primi cinquemila c’era voluto più di un anno, mentre per il resto sono bastati poco più di quattro mesi. In effetti, ultimamente ho notato che, se scrivo un post ben riusicto, il blog tende a mantenersi sopra i 50 contatti al giorno anche se per alcuni giorni non scrivo nulla. Che dire? Mi rendo conto che questo non fa di me una blogstar, e che c’è gente che diecimila contatti li fa in una settimana. Comunque è una soddisfazione che, lavoro e ispirazione permettendo, mi spingerà a scrivere di più e di meglio. Ringrazio tutti quanti, sia quelli che mi seguono fin dall’inizio, sia i tanti nuovi arrivati (che, se non lo hanno già fatto, invito a scrivere qualche commento). Ad maiora!
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I miracoli dell'outsourcing
Alcuni mesi fa mi è stato proposto di scrivere un manuale per una piccola casa editrice emergente.
Ho preparato un progetto, la persona con cui ero in contatto lo ha accolto con enorme entusiasmo e mi ha esortato a mettermi subito al lavoro. Ho preparato un capitolo, è piaciuto moltissimo. A quel punto ho detto: "discutiamo di contratto e soldi?". Se n’è discusso, mi è stato recapitato un contratto da firmare. L’ho firmato, l’ho rispedito attendendo che un rappresentante della casa editrice lo firmasse a sua volta.
A quel punto mi è stato detto: "sbrigati perché abbiamo deciso di pubblicarlo tra pochissimo tempo". Io sono rimasto basito, di date non si era mai parlato, ora pretendono che scriva un libro in un mese nei ritagli di tempo dal lavoro. Ho cancellato tutti gli impegni, lavorato tutte le sere e, in due week-end, sono riuscito a produrre quasi metà libro.
Senonché, invece del contratto firmato mi è arrivata una e-mail del mio contatto che diceva "mi spiace molto, ma è meglio che per il momento ti fermi, ci sono state delle novità, non so quando potrà essere pubblicato il libro". A poco a poco è venuto fuori come stavano le cose: la persona con cui parlavo era un consulente esterno, la casa editrice non aveva più finanziamenti, quindi ha smesso di pubblicare libri e di pagare i consulenti, lui se n’è andato ed io, che avevo contatti solo con lui e non avevo un contratto firmato, potevo scegliere se buttare nel cesso settimane di duro lavoro oppure proseguirlo e sperare che qualcun’altro, non si sa bene chi, lo pubblicasse.
Un paio di mesi fa ho proposto un articolo a un periodico di una Grande Casa Editrice. Sorprendentemente, me lo hanno accettato, e mi hanno dato specifiche ben precise secondo cui realizzarlo. L’ho scritto, impiegando un intero fine settimana del mio prezioso tempo. Ho ottenuto conferma dell’avvenuta ricezione.
Dopo un mese, ho scritto una mail per ottenere notizie. Nessuna risposta.
Dopo un altro mese, ho cominciato a telefonare. Mi dicevano di chiamare al pomeriggio per parlare col direttore, ma al pomeriggio nessuno rispondeva.
Oggi ho chiamato per l’ennesima volta, mi hanno detto che la rivista "non la fanno più lì", e di rivolgermi alla Grande Casa Editrice. Alla Grande Casa Editrice mi hanno risposto che non ne sanno nulla, che per loro la rivista esiste ancora allo stesso numero di telefono e indirizzo, ma mi richiameranno e mi faranno sapere. Intanto io ho scritto un articolo e non so a chi l’ho venduto, se sarà pubblicato, se la testata esiste ancora.
Cominciate a vedere un pattern? Io sì….
L'uomo da 5.000 dollari
Esiste una pagina web in cui è possibile inserire la URL del proprio blog e ricevere una valutazione in dollari del suo valore. Questo viene calcolato in base alla quantità di link che puntano al blog stesso, secondo criteri economici che non ho approfondito. Avevo provato a calcolare il valore di questo blog qualche mese dopo la sua nascita, e avevo ottenuto un ignominioso risultato di 0. Ho riprovato adesso, e con sorpresa ho ottenuto invece una cifra superiore ai 5.000 dollari.
Purtroppo la pagina in questione non spiega come dovrei fare a trovare qualcuno disposto a prendere per buona la valutazione e a versarmi la suddetta cifra per acquistarlo. Sarebbe una bella cosa, anche perché poi costui sarebbe costretto a pagarmi uno stipendio perché continuassi a scrivere i post…
Ho inserito il relativo "bottone" nella colonna di destra. Avrei voluto inserirlo anche in questo post, ma non ci sono riuscito…
Speck e LaBrie
Ebbene sì, questa volta ho intervistato i Dream Theater. Per la precisione ieri a mezzogiorno, all’hotel Pierre di Milano. Non sono particolarmente soddisfatto di come è andata l’intervista. In primo luogo perché mi avevano promesso anche Mike Portnoy, e invece c’era solo James LaBrie. Quindi molte delle domande "tecniche" che mi ero preparato sono andate a farsi benedire. Ma soprattutto, mi avevano detto venti minuti, e invece dopo dieci minuti "last question, please". Io mi ero tenuto per ultime le domande un po’ complicate per mettere a mio agio l’intelrocutore, e non le ho potute fare. E’ venuta fuori una cosa banalotta anzicheno. Comunque sia, uscirà su AudioVideoFotoBILD di giugno, e il mese successivo magari renderò disponibile il testo integrale (anzi, conto di farlo presto con TUTTE le interviste che ho realizzato… ma tra il dire e il fare…).
P.S.: Scegliete voi se l’autodefinizione di "speck" si applica per la provenienza altoatesina o per la stazza.
Intervista a Dario Tonani
E’ online sul Corriere della Fantascienza l’intervista a Dario Tonani che ho realizzato qualche settimana fa. E’ la versione integrale. Vi invito a leggerla qui.
A margine, voglio aggiungere: il libro di Tonani è veramente piacevole e interessante. Ho avuto occasione di leggerlo come giurato del premio Urania, e ho apprezzato molto la Milano straniata che descrive, piena di immigrati e cartoni animati (che, in unc erto senso, sono immigrati anche loro), così come i personaggi e questa idea davvero pazzesca della droga che si trasmette attraverso i cartoni. L’unica critica che mi sentivo di fargli era una parte centrale con eccessive lungaggini, ma credo che l’editing che ha preceduto la pubblicazione abbia eliminato questo problema. Inoltre il libro contiene anche un racconto inedito di Valerio Evangelisti ispirato al Grande Fratello (quello televisivo, non quello orwelliano). Quindi andate in edicola a comprarlo, prima che finisca (ormai di Urania circolano pochissime copie!).
Magia delle statistiche
E ora un classico dell’onanismo telematico: il post sulle statistiche relative al blog!
I più osservatori tra voi avranno notato che ho abbonato questo blog al servizio ShinyStat (versione gratuita), che consente di sapere alcune cose: numero di visitatori, stato di provenienza, motore di ricerca usato e relativa chiave di ricerca, e così via. Le scoperte che ho fatto non sono eclatanti, ma qualche sorpresa c’è. Per esempio:
- Si collega gente da un sacco di posti: Lituania, Bulgaria, Brasile, Tailandia, Colombia, Giordania, Marocco… Se si tratti di italiani in trasferta, studenti di italiano, o gente che ha cliccato sul link sbagliato, non è dato sapere. Più di un contatto su 20 proviene dagli Stati Uniti, sarà interessante vedere se questo dato declinerà col tempo (nel qual caso vorrà dire che è un effetto del link messo su Ubersoft.net) o se si manterrà costante (e allora c’è da chiedersi che ci trovino gli americani sul mio sito). C’è un picco di accessi dalla Francia (almeno in parte, suppongo, dovuto a Falena; gli accessi giornalieri sono pochi, una cinquantina, quindi anche una persona sola fa differenza). C’era un picco in Angola sicuramente dovuto a Banderuola, ma ora non c’è più, e c’è uno strano picco di accessi dalla Namibia; Mauro, ti sei spostato?
- Le chiavi di ricerca usate per trovarmi sono a volte divertenti o assurde. Chissà che storia c’è dietro il tipo che è arrivato qui chiedendo “come e fatto il tesserino del funzionario rai”, per esempio. La cosa che, però, mi sconvolge, è che l’unica chiave di ricerca che porta visitatori sul blog con regolarità è “www.cercoamicivip.com”. Si tratta di un sito di scambisti e prostituzione che avevo citato in un post di parecchio tempo fa. A parte ogni considerazione sulla popolarità enorme di un sito del genere, è notevole che ci siano utenti che ne conoscono l’URL e, invece che digitarla direttamente come indirizzo nel browser, la digitano su Google e vanno a finire nel mio blog…
Il bimestre del webcomic
OK, avevo detto che avrei recensito un webcomic al giorno, invece ne ho recensiti meno di un terzo. Ne consegue che il mese del webcomic viene prolungato a oltranza fino ad esaurire le 28 recensioni previste.
Non sarebbe male se mi deste un feedback: li avete effettivamente guardati, questi fumetti? Vi sono piaciuti? Finora ho avuto il feedback di due soli visitatori. Un po’ pochini…
Comunicazione di servizio
In questo periodo sono un po’ incasinato. Scusate se non rispondo subito ai commenti e non rispetto le scadenze.
A volte ritornano
Lo ammetto, a volte mi dedico anch’io alla disdicevole pratica dell’ego-surfing. Oggi, facendolo, ho scoperto che esiste in rete un mio articolo vecchio di almeno dieci anni. E per qualche strano motivo, risulta più "visibile" a Google di qualunque altra cosa io abbia scritto in rete, escluso il presente blog.
Il mio primo sentimento, dopo averlo riletto, è stato il sollievo nello scoprire che, tutto sommato, non avevo scritto cazzate. Lo stile è forse un po’ legnoso e ingenuo, ma non è invecchiato più di tanto.
Successivamente mi sono posto il problema in modo più generale: devo permettere che, totalmente al di fuori del mio controllo, vengano fatti circolare dei testi attribuiti a me? Testi che magari io ritengo datati, non più corrispondenti al mio pensiero, e che preferirei rimanessero nell’oblio?
Tra l’altro non è neppure la prima volta che mi succede. Su Lulu è possibile regolarmente acquistare una raccolta di tre racconti di fantascienza, uno dei quali è firmato da me. Lo avevo ceduto gratis alla fanzine altoatesina Uhura perché fosse pubblicato. Quel numero della fanzine non uscì mai, e i curatori decisero probabilmente di pubblicare on-line in questo modo il materiale già pronto. Che sarebbe anche una buona idea. Solo che io ho ceduto il racconto perché fosse pubblicato su una fanzine da poche centinaia di copie, e adesso è disponibile in permanenza, potenzialmente acquistabile da chiunque. Il problema è puramente teorico, perché dubito che sarà stato scaricato da più di dieci persone. Tuttavia, se, per pura ipotesi, diecimila persone avessero deciso di acquistarlo, ai diffusori sarebbe arrivata una montagna di denaro di cui io non avrei visto un centesimo. Inoltre, se per caso io un giorno decidessi di ripubblicarlo, questa "edizione parallela" potrebbe causarmi qualche problema.
Certo, sono problemi puramente teorici. In realtà non ho intenzione di muovere un dito per impedire la diffusione di questi testi. Anzi, ammetto che mi fa anche piacere che, a distanza di anni, qualcuno li abbia recuperati e giudicati sufficientemente interessanti da diffonderli. Credo però che queste siano le avvisaglie di problemi che prima o poi incontreremo tutti. Internet e la tecnologia digitale rendono sempre più facile copiare, diffondere e reperire informazioni di ogni tipo. Una volta che sono entrate in circolo, non è più possibile arginarne la diffusione. Quando ho intervistato Dweezil Zappa, mi ha detto che la sua opposizione alla diffusione di bootleg su Internet non è solo dovuta ai possiibli mancati guadagni, ma soprattutto al mancato controllo della sua immagine artistica. "Voglio che la gente mi conosca per la musica che scelgo io, non che si faccia un’immagine di me a partire dalla registrazione di un concerto mal riuscito e mal registrato". Ed è difficile dargli torto.
Il fatto è che la censura, oltre a essere discutibile, semplicemente non è praticabile. Condividere qualcosa su Internet sta diventando sempre più facile, facile quasi come pensare o parlare. E non si può impedire alla gente di pensare o parlare. A differenza di pensieri e parole, però, i dati digitali rimangono, potenzialmente eterni. Credo che nel lungo periodo questo porterà a cambiamenti estremamente profondi nel nostro modo di pensare.
Il mese del webcomic
Questo blog ha bisogno di essere un po’ vivacizzato. Pertanto decreto che febbraio sarà il mese del webcomic. Per tutto il mese, ogni giorno, presenterò una breve recensione di un fumetto pubblicato sul web. Spero di farcela, d’altronde ho scelto apposta il mese con il minor numero di giorni. 😉