Mi spiace dover proseguire il nuovo corso di questo blog con un’altra commemorazione, ma ieri ci ha lasciato improvvisamente Riccardo Valla, uno dei più noti e stimati traduttori italiani di fantascienza.
Riccardo era molto attivo nell’ambiente dei fan, e ho avuto la fortuna di incontrarlo in svariate occasioni. Era una persona di straordinaria cultura, e anche un esempio raro (soprattutto in Italia!) di intellettuale in grado di trattare con la stessa disinvoltura argomenti scientifici e umanistici, dalla relatività all’opera lirica, dalla meccanica quantistica alla poesia.
Per questo motivo gli venivano spesso affidati autori scientificamente “difficili” come Greg Egan, ma il numero di romanzi di fantascienza che ha tradotto in più di quarant’anni di carriera è sterminato (e non solo di fantascienza: si è occupato di molti altri libri, tra cui il famigerato Il codice Da Vinci, del quale realizzò anche una parodia intitolata Il coccige Da Vinci) e copre ogni sfumatura del genere.
La sua traduzione che preferisco in assoluto è quella di Cyberiade di Stanislaw Lem, che mi pare uno dei più perfetti esempi di come il traduttore possa mettersi al servizio di un autore per valorizzarlo (nonostante Riccardo abbia lavorato con l’intermediazione dell’inglese!). Un capolavoro in cui la sua doppia sensibilità, umanistica e scientifica, viene valorizzata appieno.
Negli ultimi anni Riccardo aveva frequentato molto meno i raduni dei fan, facendoci un po’ preoccupare per la sua salute, ma ultimamente sembrava stesse benissimo, tanto che solo l’altro ieri ci aveva invitato tutti ad andarlo a trovare a Torino per mangiare una pizza e visitare la mostra dedicata a Urania. Purtroppo il giorno dopo un infarto lo ha stroncato all’improvviso. Ci ha lasciato un altro degli uomini che incarnavano fisicamente la fantascienza in Italia.