Uno come me, da sempre in bilico tra il proprio lato “umanistico” e quello “scientifico”, e impegnato a convincere gli altri che non c’è contraddizione tra i due, non può non provare una sfrenata ammirazione per Tom Gauld. Uno che riesce, mantenendo esattamente lo stesso stile, a disegnare vignette sia per il New Scientist che per le pagine letterarie del Guardian e del New Yorker. Uno il cui tumblr si chiama You’re Just Jealous of My Jetpack, cioè “siete solo gelosi del mio zaino-razzo”, frase che fa pronunciare al personaggio di un romanzo fantascientifico di fronte allo snobismo di altri personaggi che si considerano più “letterari”.
Ero leggermente dubbioso di fronte alla prospettiva di una storia “lunga” di Gauld: mi sembrava che il suo stile , già così rarefatto nelle sue vignette e strisce brevi, mal si prestasse a una forma più lunga. Sono felice di ammettere che mi sbagliavo: non solo Mooncop è una piacevolissima lettura, ma è una storia che solo nello stile minimalista di Gauld poteva essere espressa.
Il titolo significa “poliziotto lunare”, ma non aspettatevi scene d’azione. Il protagonista è un tutore della legge il cui coefficiente di risoluzione dei casi è pari al 100%… ma solo perché non ci sono mai casi da risolvere! La Luna è un luogo semideserto e in via di progressivo abbandono da parte degli esseri umani che, dopo averla colonizzata, non sembrano trovare alcun vero motivo per restarci. L’unico che sembra apprezzarla ancora è il nostro poliziotto, che dopo una serie di poetici e bizzarri incontri troverà (forse?), contemplando la Terra nel cielo, un motivo per restare. Una storia che si legge in un baleno, e che fa capire perché Gauld è un convincente interprete della realtà di oggi: per la sua capacità di esprimere la malinconia di un mondo dove il meraviglioso e il banale, il futuribile e il vetusto si accostano e si mescolano senza soluzione di continuità.
L’edizione italiana è di ottima qualità, il (poco) testo è tradotto da una scrittrice sulla cresta dell’onda, Claudia Durastanti.
Disclaimer: recensione scritta sulla base di copia ricevuta in omaggio, non sollecitata.