Le cosiddette Brigate Fantasma sono formate da soldati artificiali, che dal primo giorno di vita sono pronti a combattere e a obbedire agli ordini. Ma può considerarsi umano chi ha una personalità modellata prima della nascita?
Le Brigate Fantasma è il seguito di Morire per Vivere, nel senso che ha la stessa ambientazione ed è ambientato qualche anno dopo. Tuttavia le vicende dei due romanzi hanno in comune solo alcuni personaggi secondari, e non è quindi necessario leggerli in sequenza.
Recensendo Morire per Vivere, ho scritto di avere due riserve. La prima è che trovo poco credibile che una guerra interplanetaria si combatta con soldati di fanteria, sia pure potenziati. La seconda è che ho trovato troppo fastidiosamente militarista il sottinteso del romanzo, e cioè che l’espansionismo imperialista sia un dato comune a qualunque razza intelligente, e che l’unico modo per sopravvivere sia praticarlo meglio degli altri. Tesi, questa, che trovo criticabile non solo da un punto di vista ideologico ma anche semplicemente logico: l’Universo è straordinariamente vasto, e non si capisce bene per quali risorse dovremmo entrare in concorrenza con altre razze, specie considerato che esseri capaci di raggiungere altre stelle dovrebbero essere anche in grado di tenere sotto controllo la propria popolazione.
Queste riserve rimangono sostanzialmente invariate anche per questo secondo romanzo della serie (sebbene qui esistano degli accenni sul fatto che l’espansionismo terrestre potrebbe essere ingiusto e non necessario, che probabilmente verranno sviluppati negli episodi successivi, ancora inediti in Italia).
Al di là di questo, però, Scalzi si conferma un autore molto dotato, uno dei pochi in grado di scrivere romanzi avvincenti e divertenti, che non richiedono due lauree per essere compresi, ma che comunque pongono interrogativi interessanti.
Dal punto di vista della trama, Le Brigate Fantasma è per certi versi anche più interessante del predecessore. I dilemmi etici che i vari personaggi devono risolvere sono di non facile soluzione, e le svolte della trama arrivano spesso del tutto imprevedibili. Ho letto il romanzo volentieri e praticamente d’un fiato.
Volendogli fare delle critiche specifiche, ho trovato un po’ noiosa la parte dell’addestramento militare del protagonista, dato che non differisce molto da quella vista in Morire per Vivere. Inoltre l’umorismo nero visto nel romanzo precedente qui è un po’ più sottotono.
Ho poi seri dubbi scientifico-filosofici su un aspetto del romanzo, e cioè la possibilità di costruire esseri intelligenti ma privi di coscienza.
Questo tipo di dualismo (quello che Gilbert Ryle chiamava “the ghost in the machine“) è già stato confutato numerose volte (la confutazione più divertente mi sembra quella di Raymond M. Smullyan). Io credo che abbia ragione Daniel C. Dennett quando sostiene che non è possibile avere intelligenza vera senza coscienza.
Del resto lo stesso Scalzi cade in contraddizione quando dice che questi esseri si sentono incompleti e desiderano una coscienza: come può un essere privo di coscienza desiderare qualcosa?
Comunque sia, al di là dei miei molti dubbi, trovo Scalzi un autore interessante e una lettura molto piacevole. Consiglio quindi l’acquisto (anche perché stavolta la traduzione mi è sembrata esente da problemi vistosi).