Ci ho pensato a lungo, ma alla fine ho deciso. Oggi, alle primarie per eleggere il candidato sindaco di Milano per la sinistra, voterò per Dario Fo.
In parte, lo ammetto, è una rivalsa perché avrei voluto vederlo candidato cinque anni fa. Lui si era proposto, le varie centrosinistre milanesi rifiutarono, alla fine si accordarono su un candidato sindaco che nessuno conosceva e che ovviamente permise la trionfale rielezione di Albertini. (Vi ricordate chi era? Scommetto di no. Io ho dovuto cercarlo dieci minuti su Google per trovarlo. Si chiama Sandro Antoniazzi.) Non so se allora Fo avrebbe vinto, sicuramente avrebbe ottenuto un risultato migliore.
Ora, per fortuna, possiamo dire la nostra. E io ho deciso di votare Fo per le seguenti ragioni:
- Mi dà fastidio che il candidato delle sinistre a Milano debba essere sempre uno che non si sa bene da dove arriva. In quasi tutte le elezioni, salta fuori che gli elettori di sinistra devono votare strani personaggi che fino al giorno prima non sembravano affatto di sinistra, e che spesso smettono di esserlo il giorno dopo le elezioni (come quel Fumagalli che, sconfitto da Albertini, mollò tutto per tornare a fare l’imprenditore; o, peggio, quel Diego Masi che, capolista del centrosinistra alle regionali di dieci anni fa, dopo la sonora sconfitta si riciclò immediatamente come parlamentare del centrodestra). È quasi come se ci fosse una sorta di trattato di Jalta che impedisce che a Milano possa candidarsi qualcuno veramente di sinistra. Il discorso vale anche per Ferrante, che fino a ieri non era un politico e le cui posizioni sono piuttosto sbiadite. Fo avrà mille difetti, ma perlomeno si sa con certezza come la pensa.
- Corollario del punto precedente. Non sono affatto convinto che per vincere le elezioni a Milano sia obbligatorio presentare un moderato. Questa regola è stata sempre seguita in Lombardia e, guarda caso, senza vincere mai. L’unica volta che si è presentato un candidato di sinistra, Penati, sorpresa, ha strappato al Polo la provincia di Milano. Io sono convinto che la gente che ha paura di un candidato di sinistra non voterà mai nemmeno per uno sbiadito candidato di pseudo-sinistra-moderata, e continuerà a votare a destra. Mentre un candidato con posizioni nette può recuperare molta gente che prima non votava e molti indecisi. Da questo punto di vista, lo slogan di Fo "Niente paura, non sono un moderato!" non può che piacermi.
- Sono convinto che Ferrante, con la sua esperienza, sarebbe un bravo amministratore. Probabilmente migliore di Fo, dal punto di vista tecnico-organizzativo. Però mi chiedo: siamo sicuri che a una grande città come Milano serva un amministratore di condominio pantografato (come è stato Albertini in questi anni)? Io credo che organizzare i servizi e far quadrare i conti sia indispensabile, ma che a una città servano anche idee forti, principi su cui basare la convivenza. Fo che vuole espropriare le case sfitte da più di tre anni spaventa? A me sembra comunque meglio che ignorare totalmente il problema dell’invivibilità crescente di Milano.
La decisione è presa. Poi, andrà come andrà. Se le primarie le vincerà Ferrante, lo voterò disciplinatamente e senza rimorsi. Ma per il momento lasciatemi sognare qualcosa di un po’ meno grigio.