Sono andato a vedere questo film con la quasi certezza di annoiarmi. Per quanto apprezzi molto Ang Lee, ho una discreta allergia per la categoria dei film d’amore (ricordo ancora il tedio provato durante la visione di I ponti di Madison County dell’insospettabile Clint Eastwood), e temevo che Brokeback Mountain rientrasse in tale categoria (complice anche un trailer piuttosto fuorviante). Ma sbagliavo. Perché, pur essendo una storia d’amore, questo film non ha nulla di sdolcinato, e l’ho seguito senza annoiarmi per tutti i 134 minuti della sua durata.
Quello che fa la differenza è il paesaggio del Wyoming. E non perché Ang Lee abbia girato inquadrature da cartolina (che pure non mancano), ma perché è il contesto a rendere drammatica la storia dei due cowboy Ennis e Jack. Il film inizia con una silenziosa attesa che sembra quasi quella che apre C’era una volta il West di Sergio Leone. Ed è proprio un residuo del selvaggio West quello che vediamo, che ha perso tutto il fascino ma in cui è rimasta tutta la carica di violenza e disperazione. Non c’è nulla di romantico nella vita grama che i due fanno al seguito di un gregge di pecore in alta montagna, e proprio per questo l’improvviso scoccare della scintilla tra idue cowboy acquista una drammaticità assente da quei film in cui l’omosessualità è qualcosa su cui si può scherzare (come nel pur ottimo film di esordio di Ang Lee, Il banchetto di nozze). Il regista ha il grande merito di evitare scene didascaliche, e di far percepire allo spettatore il peso della discriminazione che incombe sui due protagonisti in modo quasi del tutto implicito, e proprio per questi più efficace. Forse nella seconda parte il film avrebbe potuto dilungarsi un po’ meno, ma è un difetto veniale per un’opera che ha sicuramente meritato la pioggia di riconoscimenti ricevuta.
Ottimi gli interpreti, che vengono progressivamente invecchiati fino al doppio della loro età anagrafica: Heath Ledger sembra uno Steve McQueen redivivo, e anche l’ex-Donnie-Darko Jake Gyllenhaal è perfettamente in parte. In conclusione, un film che mi sento di raccomandare senza esitazioni.
Ahpperò… O_O
Aggiornamento: ho chiesto al mio “compagno di banco” gay cosa pensasse del film. Mi ha risposto, testuali parole: “è un polpettone per finocchie romantiche”. Ma LOL!
E’ un punto di vista interessante! 😀
Chissà, forse se ci sei dentro qualunque tentativo di rappresentare il tuo mondo ti sembra finto. Un po’ come quei numerosi siciliani che conosco che odiano Camilleri…
Come al solito, tutte le generalizzazioni lasciano il tempo che trovano. Io ho sentito pareri discordanti da omo e da etero. La versione “polpettone pieno di cliché” l’ho sentito da etero, altri etero li ho sentiti esaltati, così come è piaciuto molto a un mio caro amico gay. Boh, aspetterò di vederlo.
Oh, non c’entra niente, ma avete visto, tutt’e due, che vi ho segnalati?
Oh, non c’entra niente, ma avete visto, tutt’e due, che vi ho segnalati?
Me lo ha segnalato la cara mogliettina. 🙂
Mi prosterno e ringrazio.
Non ho molto da aggiungere, ma si sa che ai blogger un commento in più fa sempre piacere. 😉
Dico solo che è un peccato non abbiano tradotto il titolo.
Sono perplesso, in questo caso il titolo si può considerare tradotto, e comunque poteva anche rimanere com’era, visto che “Brokeback Mountain” è semplicemente una località. Non è che ti riferivi a un altro film?
No, mi riferivo alla traduzione letterale. 😉
Ah.
Ehm…
Sob!
😀
Massi’, scriviamo un commento anche al film della montagna del didietro rotto, non foss’altro che per fare tre su tre. E poi ho praticamente appena finito di difendere il film in un ping-pong eletrronico con un’amica. Se adesso magari traduco un po’…
Comincio con la notizia bomba: secondo me, Ennis (Heath Ledger) non e’ gay. E’ un personaggio che ha notevoli difficolta’ di relazione col il prossimo; orfano in giovane eta’ e tirato su “quanto basta” dai fratelli, il che probabilmente non ha aiutato. Finalmente si apre a qualcuno, Jack, complice la localita’ di una bellezza gloriosa che fa emergere l’anima dai suoi recessi (e magari anche la quasi totale mancanza di alternative umane, chissa’): Jack – lui si’ gay – seduce Ennis… ed Ennis accetta la seduzione, e con essa un rapporto che prima ancora che sessuale/amoroso, e’ umano e profondo, piu’ profondo di quello che riuscira’ poi ad avere con la moglie.
Il che mi porta al punto successivo: questo e’ un film centrato sul tema dell’omosessualita’? Lo e’ se visto “nella chiave di Jack”. Jack che cerca prostituti in Messico; Jack piu’ pronto a sfidare la societa’ per avere una storia con Ennis (il cui sangue non lava per una ventina d’anni da una sua camicia); Jack che vuole vivere in un ranch con Ennis (e lo dice anche ai genitori); Jack che alla fine si accontenterebbe di vivere in un ranch con un altro; Jack che viene ucciso, alla fine del film, perche’ omosessuale (a proposito, mi e’ piaciuto come una falsa spiegazione della sua morte viene data, mentre gli spettatori osservano cosa e’ successo veramente,… l’ho gia’ visto in Missione Impossibile?).
Ma il personaggio piu’ “protagonista” nella storia, secondo me, e’ Ennis (mi sa che mi tocca leggermi il libro, pero’). Nella “chiave di Ennis”, io vedo piu’ il tema del rimpianto, dei sogni che non abbiamo saputo vivere, delle scelte difficili – e forse sbagliate – che facciamo in nome del quieto vivere, della normalita’, delle convenzioni radicate nella societa’, e probabilmente anche dentro di noi.
Cosi’, in definitiva, chi e’ andato al cinema per vedere le croci e delizie di un rapporto omosessuale ci sara’ forse rimasto deluso (e chi ha evitato il film per lo stesso motivo, come un sacco di uomini che conosco, ci e’ rimasto fregato).
Sulla vita grama di montagna di Ennis e Jack: grama? Per Ennis – per me vero protagonista – e piu’ grama la vita tra le strette mura della casa che divide con moglie e figlie, e ancor piu’ grama tra le ancor piu’ strette mura del caravan in cui va a vivere dopo. La vita di Ennis e Jack nel Wyoming (oh, mi viene in mente Ovosodo…) sara’ magari dura, ma secondo me grama no: il paesaggio maestoso e sconfinato riflette invece la libera gioia dei loro animi, senza le costrizioni che verranno dopo. Quasi una riedizione del Paradiso Terrestre, inclusa la cacciata. Con Adamo e Adamo, questa volta.