La multa che non risulta

CampanaNegli ultimi due anni credo di avere preso almeno una decina di multe per divieto di sosta dovuto al lavaggio strade. Qualunque milanese sa come ciò sia possibile: arrivi tardi, o hai fretta, lasci la macchina in un posto "pericoloso" dicendo "tanto domani la devo spostare", poi l’indomani cambi programma, non esci più, non ti ricordi nemmeno più dove hai parcheggiato, e il giorno dopo ancora ti ritrovi una bella multa. E nulla riesce a convincerti che questo del divieto di sosta a rotazione nelle strade sia, più che una necessità tecnica, un gran bel modo per spillare ai cittadini una quantità di soldi molto superiore a quella che sarebbero disposti a pagare con le tasse comunali.
Ma c’è una cosa che mi fa incazzare ancora di più. Quella che vedete nella foto è la campana della carta che c’è sotto casa mia, in un giorno tipico. E’ praticamente sempre così. Nel mio condominio non c’è posto per avere un bidone interno per la carta o per il vetro, quindi bisogna portare la carta da riciclo alla campana esterna. Che si riempie nel giro di una giornata, e viene svuotata solo una volta la settimana. E’ praticamente l’unica campana nel giro di chilometri: tutte le altre sono state eliminate perché la gente non le voleva sotto casa. Ora, pensate che l’AMSA abbia deciso di piazzare una seconda campana (ci starebbe benissimo) accanto alla prima? O di svuotarla più spesso? Ma quando mai! In compenso, ha studiato un’elegante soluzione per evitare l’antiestetico accumulo di cartaccia. L’ho scoperto a mie spese quando ho ricevuto una multa di 50 euro. Avevo portato giù una gran quantità di carta e, trovando la campana strabordante e non volendo riportarmela a casa, l’ho lasciata lì accanto. I solerti ispettori dell’AMSA l’hanno ispezionata, hanno trovato il mio nome su qualche busta, e mi hanno multato per aver abbandonato rifiuti dove non dovevo.
Ora qualcuno mi dirà: le regole sono queste potranno non piacerti, ma le devi rispettare. Ebbene, ora vi dico una terza cosa. Sotto casa mia c’è anche un mobilificio (si chiama Sedie Calamita, tanto per non fare nomi). Tutte le mattine, il personale del suddetto mobilificio piazza due camion in doppia fila per caricare e scaricare la merce, e li lascia lì per ore. Prima conseguenza: se hai avuto la cattiva idea di parcheggiare lì, devi entrare nel negozio, reperire il guidatore del camion e aspettare che, con tutta calma, lo sposti e ti lasci uscire. Seconda conseguenza: per uscire dalla via occorre invadere la corsia in senso contrario in prossimità di un incrocio, cosa potenzialmente foriera di incidenti stradali.
Ora io mi chiedo: qualcuno ha mai multato questa gente che ogni giorno occupa il suolo pubblico senza aver pagato alcuna tassa? Io non credo proprio, visto che proseguono imperterriti ogni mattina nella loro routine. E allora mi viene il sospetto che le multe a Milano non vengano date proprio a tutti coloro che se le meritano. Ma ho trovato la soluzione: ho deciso di issare sul balcone una bandiera della Cina Popolare. Forse alla prossima multa che prendo riuscirò a far intercedere per me il console cinese.

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5 pensieri riguardo “La multa che non risulta”

  1. Certamente, è buona prassi. Non è mica un’impresa titanica: è sufficiente strappare unicamente quanto contenga informazioni personali (in genere una minima parte di quanto si ricicla).

    Solitamente adibisco allo scopo un sacchetto di carta e lettere e documenti li strappo man mano che ce li butto dentro. Semplice e pratico.

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