A Milano, in quasi tutte le zone, i parcheggi liberi sono scomparsi da tempo. Esistono solo i parcheggi per residenti, gialli (dove non puoi parcheggiare in nessuna ora del giorno se non hai il contrassegno di zona) e quelli a pagamento, azzurri (dove devi utilizzare "gratta e sosta" per cifre esorbitanti, a tutte le ore del giorno e, spesso, anche la sera). La cosa è già molto fastidiosa nel corso dell’anno, ma lo diventa particolarmente in agosto, quando la città si svuota e in ogni angolo ci sono parcheggi liberi, ma le regole rimangono le stesse di sempre.
Due anni fa il Comune aveva accettato, dietro grande pressione popolare, di rendere gratuiti i parcheggi azzurri almeno nelle due settimane centrali d’agosto. L’anno scorso la misura è stata limitata a pochissime zone. Quest’anno, sembra, non se ne farà nulla.
I parcheggi a pagamento hanno senso per regolare l’accesso a una risorsa scarsa come lo spazio per la sosta, e per incoraggiare i cittadini a usare i mezzi pubblici per limitare il traffico. Quando i parcheggi abbondano, il traffico è scarso è i mezzi pubblici procedono a orario ridottissimo, continuare a far pagare la sosta non ha giustificazione, se non quella di lucrare su quei pochi che rimangono in città in agosto. Che non sono certo i ricchi.
Questa faccenda dei parcheggi a pagamento sta diventando veramente esasperante. Passi i centri storici. Passino le ore più “calde” del giorno. Ma far pagare pure di notte, o nei più piccoli paesi mi pare aberrante. Sono due anni che vado in Germania, e lì si paga ovunque, anche per andare a visitare un monastero piantato in mezzo alla campagna. Praticamente, gli unici parcheggi gratis sono quelli dei centri commerciali e il ciglio della strada fuori dai centri abitati. In Italia siamo sulla buona strada per arrivarci, comunque. Qui a Torino le due settimane centrali di agosto (prima era tutto il mese) sono le uniche in cui si può andare in centro in auto e parcheggiare liberamente, tutti gli anni cerco di essere in città in quel periodo per provare la sensazione di cosa vuol dire vivere in una città normale (leggi: dove puoi muoverti liberamente per andare dove vuoi senza spendere nient’altro che per la benzina e senza dover andare a caccia di grattini o tassametri). Usare i mezzi pubblici? Certo. Peccato che da casa mia al posto di lavoro (sei chilometri scarsi) occorrono, nel migliore dei casi, quaranta minuti. Peccato che la mia zona, non tassata, nei giorni feriali diventa un parcheggio di interscambio per tutti quelli che entrano in città in macchina e proseguono con i mezzi per non pagare il parcheggio. Peccato che i vastissimi parcheggi sotterranei recentemente costruiti siano sempre vuoti (la gente preferisce i parcheggi sempre a pagamento di superficie). E peccato che i mezzi pubblici la sera sono rarissimi, e da mezzanotte all’alba non circolano proprio. A Monaco di Baviera, almeno si.
E in ogni caso, il 90% della gente che gira in auto nei giorni feriali, lo fa per necessità, mica per andare a divertirsi. E deve pure pagare per questo. Una specie di tassa sul fatto di lavorare.
Ciao, Svalbard