Quest’anno ho passato le vacanze nella città dove sono cresciuto, Bolzano (quello che vedete è il Rosengarten visto dalle vicinanze del ponte Talvera, quasi al centro della città).
Non mi dilungo a dirvi delle Weizenbier e Schnaps che mi sono scolato e dei Knödel e Würstel che mi sono mangiato (camminate invece poco o nulla, causa moglie che quest’anno ha voluto emulare il professore degli X-Men, e non per i poteri mentali).
Vorrei però dirvi della colossale gentilezza e disponibilità della gente del posto. Cominciando dalla signora che gestisce il ristorante/pensione ad alta quota che frequentavamo, che dopo due volte che ci vai ti tratta come un frequentatore abituale e viene a fare due chiacchiere e a informarsi su come vanno le cose, per finire con l’anziana macellaia che incontro due volte l’anno per spendere pochi euro di specialità locali, ma che ogni volta mi saluta come se fossi un parente da lungo tempo perduto (questa volta è persino corsa fuori dal negozio per stringere la mano a mia moglie, rimasta lì perché in sedia a rotelle).
Vi racconto tutto questo anche perché perlomeno i tre quarti degli italiani che conosco e che sono stati a Bolzano mi hanno detto con assoluta convinzione di essere stati maltrattati in quanto, appunto, italiani. Eppure io ho vissuto lì 20 anni, continuo a tornarci da altri venti, e non ricordo di alcun negozio o locale che mi abbia dato il sospetto di volermi discriminare. E sì che non ho la faccia del tedesco, e non parlo bene la lingua.
Credo che si tratti semplicemente di questo: la maggior parte degli italiani non si rende conto che quasi tutti gli abitanti della provincia di Bolzano, pur abitando in Italia, sono tedeschi: hanno sempre parlato tedesco, in casa e fuori, e parlano italiano solo per lavoro. Per questo motivo a volte capiscono male. Basta ripetere, o spiegarsi con parole più semplici, e si ottiene tutto quello che si vuole. Se invece si parte dal presupposto che, siccome siamo in Italia, tutti devono capire l’italiano perfettamente, e se non lo fanno si ha diritto irritarsi e mostrarsi offesi, beh, allora è chiaro che nascono problemi.
Al penultimo giorno di vacanza, al bar accanto alla stazione della funivia di Soprabolzano, ho trovato una vespa morta in fondo al mio (peraltro delizioso) Eischokolade. Incidente antipatico, ma che può capitare. Però chissà: se non mi fossi già seduto nello stesso locale decine di volte in precedenza, con piena soddisfazione, forse anch’io ora avrei da raccontare la mia storia sugli orribili dispetti che i tedeschi di laggiù fanno agli italiani.
Tu sai quanto posso essere cattiva su queste cose, però stavolta sono assolutamente d’accordo con te: credo di essere stata da quelle parti solo una volta, quando ho fatto una vacanzina di qualche giorno a Naturno, ma sono rimasta davvero stupita dalla gentilezza degli abitanti. Soprattutto, mi aspettavo un po’ quel che accade in Belgio, che se parli con un fiammingo e si accorge che sei straniero, ti parla subito in inglese, quando tu cerchi di parlargli in francese ben sapendo che è una delle due lingue ufficiali, solo perché l’ultima cosa che vuole nella sua vita è parlare in francese. Vabbe’, l’ho detta un po’ contorta, ma il senso è: è chiaro che questi sono per la stragrande maggioranza germanofoni (l’unico italiofono che abbiamo incontrato era un vecchietto arzillissimo che ci ha accompagnate in una passeggiata), eppure si sforzano di parlare in italiano, e senza nessun atteggiamento di superiorità.
E poi, be’, gastronomicamente è il paradiso perche’ hai il meglio della cucina dei due paesi 🙂
Giustissima analisi. Anch’io
ho scritto qualcosa
su una recente vacanza da quelle parti.
Ciao, Svalbard
E a proposito: mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa l’Iguana 🙂
Non conosco quelle parti, ma penso che, molto banalmente, il bello e il brutto ci siano ovunque. Così come le brave persone e le persone “tinte”.
L’iguana la pensa come il Vanamonde 🙂
Il fatto è che molto spesso il turista italiano NON è gentile, NON è tollerante, NON tenta nemmeno di capire il contesto in cui si trova. Il turista italiano PRETENDE.
E alla minima incomprensione è pronto a farne un dramma di proporzioni epocali.
Anch’io ho avuto le stesse esperienze con amici e conoscenti italiani che recatisi in Alto Adige son tornati con racconti di quanto siano stati guardati male/trattati male/considerati male.
Ne avevo parlato qui qualche tempo fa.
Per la mia esperienza di viaggiatore la stragrande maggioranza delle persone è gentile ovunque tu vai (beh… sul Belgio ho qualche dubbio :-)). Gli stronzi esistono dappertutto, ma solitamente sono una minoranza.
Non mi sorprende leggere della gentilezza dei sudtirolesi come non mi ha sorpreso trovare la stessa disponibilità in Francia, in Germana, in Scozia.
Normalmente la gentilezza è lo standard. Non sempre, è vero. Ma siamo sicuri che sia sempre colpa degli altri?
Una nota per Svalbard, la capacità di riconoscimento del “turista italiano” (soggetto ben diverso e distinto dall’italiano indigeno) è ubiquitaria tra i tre gruppi etnici sudtirolesi.
E va ben oltre i confini altoatesini. Da approfondite indagini effettuate sul campo è emerso come il turista italiano sia perfettamente riconoscibile nel 90% dei casi.
Tra le particolarità che lo rende solitamente identificabile sono da menzionare almeno a) l’abbigliamento (le scarpe!) b) la modalità di movimento di gruppo c) la rumorosità media del suo passaggio. Sfugge all’analisi quel modesto campione che viaggia in solitaria, oltre a quella minima percentuale che non ha ancora imparato a vestirsi! 🙂
Una precisazione: i belgi fiamminghi trattano (o meglio, guardano) male solo gli altri belgi, se parlano francese. Un mio amico ha avuto quest’esperienza perché parlava francese, e appena ha detto di essere francese, e non belga, l’hanno subito tratto coi guanti bianchi.
Quanto alla Francia, be’, dipende molto da dove vai. Avevo letto qualcosa recentemente a proposito del fatto che Parigi, pur essendo la città più visitata al mondo, è anche una delle meno cordiali. Purtroppo non riesco più a ritrovare la fonte, ma era una cosa seria, tipo commissionata da un ministero francese.
Mentre in Corsica guardano male i francesi ma adorano gli italiani 🙂
Secondo me il trattamento che ricevi dipende anche da te.
Io credo di essermi sempre comportato bene quando ero in giro (sia in Italia che all’estero) e quasi sempre sono stato a mia volta trattato benissimo (nella mia personalissima classifica al primo posto ex aequo Tedeschi e Russi, maglia nera agli inglesi).
Sono stato all’alpe di Susi e in Valle Aurina (due vacanze diverse), e devo dire di essermi trovato personalmente benissimo entrambe le volte (mastico un poco di tedesco e mi piace il loro stile di vita). Pero’ in Valle Aurina mi e’ capitato di essere in un bar ove tutti parlavano solo tedesco e dove ero oggetto di occhiate attente, sebbene non cattive, ma mi rendo conto che forse era piu’ dovuto al fatto di essere in un paesino che altro.
La cosa che mi ha colpito di piu’, e che onestamente mi fa pensare di piu’, e’ che comunque la prima lingua e’ il tedesco, che le radici locali sovrastano di molto l’appartenenza alla nazione Italiana, e la cosa non e’ propriamente segno di integrazione. Ci tengo a precisare che non ho assolutamente nulla in contrario a cio’, anzi per me la cosa migliore sarebbe di prendere coscienza della cosa e lasciare che l’Alto Adige scelga il proprio destino. E smettere di inondarlo di soldi in quanto regione a statuto speciale!!!
Ciao
L’Antico (di passaggio per salutare!)