Sistema di trasporto (dis)integrato


Sabato scorso sono dovuto andare a Porto Ceresio in treno, per recuperare l’auto che mi ha lasciato in panne laggiù. Ho così potuto sperimentare le gioie del sistema di trasporto integrato della Lombardia.
Cominciamo col dire che l’integrazione del sistema si ferma già al momento di consultare l’orario. Infatti per andare a Porto Ceresio si passa per Varese, e per andare da Milano a Varese si può partire da Centrale, da Garibaldi, da Cadorna (con le Ferrovie Nord) o da una delle stazioni del Passante Ferroviario, però non esiste una pagina web che ti dica da dove conviene partire: bisogna fare quattro ricerche diverse e metterle a confronto.
Ho deciso di partire dal Passante Ferroviario, stazione Garibaldi, e ci sono arrivato col metrò. Il problema è che all’ingresso della stazione del Passante c’è un’unica emettitrice di biglietti. Fuori servizio.
Alla ricerca di un’altra emettitrice, ho percorso a piedi tutta la vasta area del mezzanino (il Passante Ferroviario di Milano, infatti, ha dei mezzanini vasti come campi di calcio e dai soffitti altissimi che non servono assolutamente a nulla, se non a far sentire piccolo e insignificante il viaggiatore), senza risultato. Mancava una decina di minuti alla partenza del treno. Sono corso di sopra, verso la stazione ferroviaria Porta Garibaldi. Qui ho potuto constatare che nei sotterranei c’era un discreto numero di emettitrici di biglietti. Tutte fuori servizio, nessuna esclusa. Sono stato costretto a fare il biglietto alla biglietteria FS, e meno male che ero arrivato con sufficiente anticipo. Nel frattempo, gli altoparlanti della stazione mi dicevano che il treno per Varese era in partenza dal binario 16. Possibile? Avevo forse consultato male gli orari? No, ho scoperto poi: c’erano due treni per Varese, che partivano a soli 4 minuti l’uno dall’altro, uno in superficie, l’altro sotterraneo.
Ho deciso di mantenere il piano originale, e sono tornato sottoterra, alla stazione del Passante. Qui mi sono reso conto di nona vere obliterato il biglietto. Cerco una macchina obliteratrice. Avete indovinato? Ovvio: non ce ne sono. Per obliterare bisogna tornare di sopra…

Tutto questo mi ha fatto tornare in mente un’esperienza fatta a Parigi ormai molti anni fa. Volevo visitare il castello di Vincennes, e ci andai col metrò. Ma la stazione di Vincennes era chiusa per lavori, perciò i treni si fermavano prima. Allo stop del treno, trovai sul marciapiede una mezza dozzina di ragazze (pure carine!) in uniforme da tranviere. Ognuna reggeva un gran diagramma della rete di trasporti parigini. Si sparsero tra i passeggeri e, in più lingue, si assicurarono che non ci fosse nemmeno un turista che ignorasse il percorso alternativo per raggiungere Vincennes.
Il confronto, più che impietoso, è improponibile…

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3 pensieri riguardo “Sistema di trasporto (dis)integrato”

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