Dal romanzo di Niccolò Ammaniti. Rino Zena è un operaio disoccupato, seguace di una mistica nazista e violenta, ma a modo suo integerrimo, che si prende cura, oltre che del proprio figlio tredicenne Cristiano, anche di un povero ritardato, soprannominato Quattro Formaggi. Rino vive nel terrore che gli assistenti sociali gli possano portare via Cristiano. Durante una notte di tempesta, una serie di eventi drammatici cambierà la vita dei tre personaggi…
Gabriele Salvatores aveva già trasportato sullos chermo con successo un altro romanzo di Ammaniti, Io non ho paura. Ma lì l’impresa era facile, dato che il libro era breve e seguiva un’unica vicenda, e sembrava fatto apposta per finire sullo schermo. Un libro come Come Dio comanda, lungo intricato e pieno di deviazioni, presenta ben altre difficoltà. Era inevitabile "asciugare" la storia eliminando dei personaggi, e probabilmente Salvatores ha fatto l’unica scelta possibile eliminando dalla trama Danilo e tutta la storia della rapina che lui e Rino nel romanzo tentano disastrosamente di organizzare. E tuttavia non si può fare a meno di notare che, riducendo in questo modo la storia, buona parte del contenuto del libro va perduta. Il ritratto spietato del Nordest in cui sono solo i soldi che contano viene affidato solo alla discutibile retorica nazista di Rino. E anche il tema principale evocato dal titolo, che è quiello per cui tutti i personaggi chiamano continuamente in causa un Dio sfuggente (ma reso presente dalla colossale tempesta), risulta parecchio indebolito. Alla fine tutto il romanzo risulta ridotto a un rapporto tormentato ma solido tra padre e figlio. E ci si chiede: possibile che il cinema italiano debba ridurre qualunque tema a una questione di rapporti familiari?
Per il resto, che Salvatores sia un regista tecnicamente dotato non èin discussione, e infatti il film ha un ottimo casting, delle location perfette, sonoro e fotografia di qualità (splendide le scene notturne sotto la pioggia), suspence da vendere. Un buon prodotto, insomma, cui manca però la scintilla che ne farebbe veramente un film d’autore.
Non ho visto “Come Dio comanda”, ma ho visto altri film di Salvatores: Io non ho paura, Mediterraneo e Marrakesh Express.
Francamente a me non sembra affatto un regista dotato: si’, le location sono perfette, ottima la fotografia (il casting … mah!), eccetera, ma basta tutto cio’ a fare un regista? O un Regista?
Personaggi-macchietta (con casting che si presta agli stereotipi); scene… gratuite ed inutili (anche se girate bene!); situazioni inverosimili (magari perche’ il loro sviluppo e’ ahime’ scarno o assente): questo e’ il mio ricordo piu’ saldo dei film di Salvatores che ho visto.
Manca la scintilla in “Come Dio comanda”? Non mi sorprende, in Salvatores non la cerco piu’.
Ultimamente mi pare che Salvatores sia solo Tecnica (diventata ottima, con gli anni) e nulla da dire. È un problema comune in Occidente :-/
@Banderuola: Marrakesch Express però è un film scritto strabene 🙂