James pensava che far parte di una congrega di maghi nella Los Angeles di oggi fosse molto divertente. Finché i suoi compagni non l’hanno tradito e spedito con un trucco all’Inferno. Da vivo. Solo che, per qualche strano motivo, James non è morto. È sopravvissuto e si è indurito. Tanto da assumere il nome di Sandman Slim e diventare un assassino al servizio di un principe demone, di cui gli stessi demoni hanno paura. Ora però è fuggito dall’Inferno con un trucco, ed è tornato a Los Angeles. Per vendicarsi.
Richard Kadrey è stato uno dei fondatori del cyberpunk, nonché l’autore, a mio avviso, di uno dei racconti di fantascienza più originali e provocatori mai scritti (Addio, Houston Street, addio, pubblicato in Italia nell’antologia Cavalieri Elettrici). Stupisce un po’ trovarlo come autore di un romanzo di urban fantasy. Chiariamo subito: Sandman Slim è un romanzo di puro intrattenimento, lontanissimo dalle opere concettuali e politicamente impegnate cui Kadrey ci aveva abituati. Cionondimeno lo consiglio a tutti, perché fa alla perfezione quello che un romando di intrattenimento dovrebbe fare, cioè avvincere e divertire.
Senza inventare nulla di davvero nuovo, Sandman Slim è un frullato di tutti gli ingredienti più sfiziosi che la recente letteratura (ma, direi, soprattutto il fumetto) ha creato in merito ad angeli e demoni. Hellblazer, Preacher, Hellboy ma, per certi versi, anche Harry Potter, forniscono il necessario background che Kadrey non si preoccupa più di tanto di spiegare, lasciando che il lettore trovi da solo la sua strada in una Los Angeles parallela piena di creature soprannaturali. Il tutto con un protagonista che, pur avendo acquisito poteri soprannaturali, è rimasto nell’intimo poco più che un adolescente, e affronta le situazioni più disperate sparando battutine come un Bruce Willis al massimo della forma.
Volendo, critiche al libro se ne potrebbero fare molte. Per esempio, nonostante si parli di Inferno e di demoni e si alluda spesso a orrori innominabili, di fatto il vero orrore non si tocca mai, e persino l’Inferno appare come poco più di un penitenziario in cui chi è abbastanza duro può persino vivere discretamente. Il che rende il libro leggibile anche dagli adolescenti, ma un po’ meno credibile. Inoltre Kadrey fa un lavoro eccellente nello smitizzare angeli e demoni, mostrando che sono tutti parte di uno stesso sistema, né buoni né cattivi in modo assoluto, ma entrambi grigi. Però poi si contraddice vistosamente introducendo dei “veri cattivi” di una malvagità totale. Insomma, come visione metafisica è molto hollywoodiana.
Infine, appare evidente che Kadrey ha previsto il libro come primo di una serie (infatti negli USA ne è già uscito un secondo e sta per uscirne un terzo), e perciò evita di sviluppare del tutto alcuni personaggi (che tiene in serbo per il futuro) e soprattutto conclude con un finale meno “definitivo” di quanto la trama avrebbe implicato.
Comunque sia io mi sono divertito parecchio a leggere Sandman Slim, che trabocca di trovate esilaranti e la cui tensione non cala assolutamente mai. E, quando ci si diverte tanto, si passa sopra volentieri a qualche difetto di fondo.
Questo è uno dei tanti libri che non ho avuto tempo di recensire ai tempi del vecchio blog. Lo faccio ora, un po’ perché è un libro che merita. Ma soprattutto perché è stato tradotto in italiano ed esce in questi giorni in libreria.