Questo è il primo di una serie di post in cui periodicamente riassumerò tutte le letture fatte per le quali non ho ritenuto opportuna (o non ho avuto tempo o voglia di scrivere) una recensione più approfondita.
Andrea Camilleri – Il gioco degli specchi
Il precedente volume della serie del commissario Montalbano, Il sorriso di Angelica, era talmente brutto e raffazzonato che avevo detto che non avrei più comprato altri romanzi della serie. Poi il desiderio di leggere qualcosa di leggero, unito alle recensioni positive lette su aNobii, mi hanno convinto a recedere dalla decisione. Ma ho fatto male. Pur essendo sicuramente migliore del precedente, anche Il gioco degli specchi non risolleva la serie dalla sua decadenza: i personaggi sono sempre uguali a se stessi e ripetono le stesse gag, e per l’ennesima volta la trama è imperniata su una giovane e bellissima donna che fa perdere la testa al commissario (unica attenuante: perlomeno questa volta Montalbano non ci fa la figura del cretino). Per giunta c’è almeno un elemento della vicenda che è completamente fuori dalla realtà: un tentativo da parte di TeleVigata, l’emittente televisiva nemica del commissario, di riprenderlo in casa sua durante un rapporto sessuale per poi trasmettere le immagini come prova dello “scandalo”. In primo luogo, non si vede dove sarebbe lo scandalo, visto che il sesso extraconiugale non è più reato da tempo. Ma soprattutto, una cosa del genere configura tanti di quei reati (violazione di domicilio, riprese non autorizzate, diffamazione…) che la televisione che ci provasse chiuderebbe il giorno dopo. Questo è il tipo di svarioni che per me sono sufficienti a stroncare qualunque poliziesco.
Liniers – Macanudo n.1
Girando per il Salone del Libro di Torino mi sono imbattuto in questo fumetto che, una volta aperto, non ho potuto fare a meno di acquistare. È una classica “striscia”, con personaggi sia fissi, sia occasionali, e che mette insieme un gran numero di elementi disparati, da gag semplici e poetiche fino a un bizzarro umorismo metafumettistico, che può ricordare “grandi” come Mafalda, Pogo, i Peanuts. A mio avviso un fumetto di altissimo livello. Consigliato.
Gonςalo M. Tavares – Il signor Valery
Una serie di brevi raccontini che descrivono la bizzarra filosofia del signor Valery, personaggio che segue in ogni sua manifestazione una logica ferrea, eppure rimane perennemente al di fuori di quello che non consideriamo il buon senso. Quando ho ricevuto in regalo questo libro, mi sono chiesto che cosa mi volesse dire. Ora penso che il suo messaggio sia questo: la logica dei nostri sentimenti profondi non è quella euclidea.
Jonathan Lethem – Men and Cartoons
Una raccolta di racconti tutti imperniati sull’interscambio tra la realtà e l’universo dei fumetti (in particolare di quello dei supereroi). Alcuni sono realistici, altri invece introducono elementi fantastici in una realtà altrimenti normale, come Lethem ci ha abituato in alcuni dei suoi romanzi. Complessivamente non credo sia da annoverare tra le opere fondamentali dell’autore statunitense, ma tuttavia mi ha lasciato una sottile inquietudine, come se mi avesse rivelato i modi sotterranei in cui gli innumerevoli fumetti che ho letto hanno influenzato la mia vita e il mio modo di essere.
Luigi Bernardi – Niente da capire
Una raccolta di racconti brevissimi, ognuno imperniato su un caso di omicidio che Antonia Bonanni, magistrata inquirente, è chiamata a istruire. Lo scopo di Bernardi è evidentemente quello di mettere insieme il suo personale requiem per il romanzo giallo, allineando una serie di casi che si risolvono da soli senza richiedere complicate indagini, e ciononostante ancora più inquietanti di un mistero, perché dimostrano l’impermeabilità dell’essere umano a qualunque tranquillizzante logica. Ottima l’idea, efficace l’esecuzione. Anche se ammetto la mia debolezza di lettore, e avrei preferito che la protagonista fosse un filino meno stronza.
Joscha Sauer – Nichtlustig 5
Il titolo di questa serie di fumetti si traduce all’incirca con “Non fa ridere”. Infatti sono basati su un umorismo assurdo, disarmante (“tedesco”, direbbe qualcuno) che non a tutti può piacere. Mia sorella mi ha raccontato che un suo amico svizzero, prendendo in mano il volume che lei mi stava per regalare, ha esclamato: “Aber… aber das ist wirklich nicht lustig!” (“Ma… ma questo davvero non fa ridere!”). In ogni caso, io lo trovo il più delle volte davvero esilarante (anche se in questo quinto volume la percentuale di vignette riuscite è un po’ diminuita). Le vignette originali in tedesco si trovano qui, mentre qui sotto ne trovate una tradotta dal sottoscritto per farvi capire il genere.
Nichtlustig mi ricorda un po’ Far Side di Gary Larson – che io adoravo, ma, appunto, a non tutti può piacere – nella fattispecie a nessuno con cui ho tentato…
Sono d’accordo, l’umorismo di Nichtlustig ha molto in comune con quello di The Far Side. Che a me piaceva parecchio. 🙂