Rieccoci qui. Io vorrei parlarvi di fantascienza, libri e cinema (e ho un mucchio di post semipronti che vorrei finire e pubblicare uno al giorno), e invece ci tocca di occuparci sempre delle stesse cose. Ovverosia dall’ennesima legge contro i blog partorita dall’impresentabile banda che governa questo paese.
In pratica, se passerà senza modifiche la legge attualmente all’esame del Parlamento (o meglio una sua parte, visto che la legge nel suo insieme riguarda tutt’altro, e cioè la disciplina delle intercettazioni), diventerà praticamente impossibile pubblicare notizie su un blog, dato che qualunque persona citata avrà la facoltà di pretendere una rettifica immediata di quanto scritto, pena multe salatissime.
È bene ricordare che quanto si scrive sui blog è già sottoposto alle leggi, per esempio sulla diffamazione, che tutelano il buon nome delle persone. Questa nuova legge, che applica ai blog norme previste per la stampa registrata, in tutt’altro contesto di tutele e diritti, non serve a tutelare le persone, ma a impedire il legittimo esercizio della libertà di parola.
Aderisco quindi all’iniziativa di Valigia Blu, pubblicando integralmente un post informativo sulla nuova legge-bavaglio, ed esortandovi tutti a fare altrettanto:
L’idea è semplice: invitare i blogger, chi frequenta e “abita” la rete a condividere, postare (anche su facebook e su twitter), diffondere lo stesso post come segnale di protesta contro il comma 29, il cosiddetto ammazza-blog.
Il post che abbiamo scelto è di Bruno Saetta e spiega bene cosa non va in questa norma.
Qui raccogliamo tutte le adesioni, inserite l’url del vostro post.
Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.
Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.
Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.
Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.
Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.
Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.
Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.
Mese: Settembre 2011
On the air
Stanotte ritorno in diretta su Radio Popolare per un po’ di chiacchiere, musica e fantascienza. Come sempre la trasmissione è a un orario infame: dalle 0.45 all’1.00 e (dopo la replica di La Caccia) dall’1.20 fino a molto tardi.
Con Renato Scuffietti è molto difficile prevedere in anticipo di cosa si parlerà, ma sicuramente gli argomenti fantascientifici non mancano, dal cinema (Super 8 e, per certi versi, anche La pelle che abito) ai libri (le uscite di Toxic@ e Notturno Alieno).
Visto che non sono previsti ospiti, non metterò online i file della trasmissione (occupano troppo spazio!), perciò se volete sentirla non vi rimane che stare svegli e fare clic all’ora giusta sul link qui sotto:
Più veloci della luce
Il recente annuncio fatto dal CERN e dai Laboratori del Gran Sasso, secondo cui per i neutrini generati nel corso di un esperimento sarebbe stata rilevata una velocità superiore a quella della luce nel vuoto, ha destato un grande scalpore ed è stata spesso frainteso nella sua portata. Meglio allora provare a fare un po’ di chiarezza.
In primo luogo, teniamo presente che la cosa tuttora più probabile è che si tratti di un errore. Gi scienziati autori dell’esperimento hanno controllato i risultati per tre anni prima di renderli pubblici, tenendo conto di cause di errore anche minime, come la deriva dei continenti. E tuttavia, si tratta di una misura molto difficile (si parla di una discrepanza di 60 nanosecondi su un tempo di 2 millisecondi, in un fenomeno il cui inizio e la cui fine si trovano a 700 Km di distanza!); inoltre può esserci dietro un errore non banale e difficile da cogliere. Pensiamo a cosa è successo con il caso della cosiddetta “anomalia Pioneer“. Per anni gli scienziati si sono arrovellati sulla causa della minuscola deviazione delle sonde spaziali Pioneer 10 e 11 rispetto alla rotta prevista, tirando in ballo le forze fondamentali dell’Universo per dare una spiegazione. Alla fine è stato proposto un modello molto credibile che spiega tutto con un’asimmetria nell’irraggiamento termico delle sonde. A volte i risultati più improbabili hanno cause del tutto banali, e ci vogliono anni per scoprirle. Quindi prepariamoci alla possibilità che tra qualche mese o anno tutto finisca nel nulla.
Del resto, c’è chi ha fatto notare che, quando nel 1987 è esplosa la supernova SN 1987A, i neutrini emessi sono stati osservati sulla Terra tre ore prima del lampo dell’esplosione (un anticipo compatibile col fatto che il collasso della stella comincia nel suo nucleo e impiega del tempo a coinvolgere la superficie emettendo luce). Se i neutrini fossero più veloci della luce come risulta dall’esperimento, dato che la stella dista 168.000 anni luce dalla Terra, sarebbero dovuti arrivare qui con anni di anticipo. Ovviamente questo non esclude la possibilità che alcuni neutrini siano talvolta più veloci della luce, ma è sicuramente un indizio contrario.
In secondo luogo, se anche fosse provato che effettivamente i neutrini si muovono leggermente più veloci della luce, questo non significherebbe necessariamente una c0mpleta rivoluzione nella fisica. La teoria della relatività è stata confermata in innumerevoli occasioni, e non basta un singolo esperimento a metterne in discussione le fondamenta. Come già molti hanno fatto notare, la teoria prevede che ci sia una velocità massima non superabile, che può essere raggiunta solo da particelle prive di massa a riposo. Quindi, se si scoprisse che i fotoni si muovono davvero più lentamente dei neutrini, ciò potrebbe voler dire semplicemente che i fotoni sono dotati di una massa, anche se piccola, e quindi non sono le particelle più veloci nell’Universo. Un fatto del genere imporrebbe di rifare i calcoli in ogni aspetto della fisica delle particelle e della cosmologia. Però non andrebbe a intaccare il fatto che c’è una barriera che non si può superare in alcun modo: si limiterebbe di spostarla in là di qualche nanosecondo, irrilevante per i viaggi spaziali.
Ovviamente non possiamo neppure escludere che l’esperimento diventi il punto di partenza di una fisica totalmente nuova, in cui cose che prima erano ritenute impossibili saranno alla nostra portata. In effetti è quello che speriamo tutti. Ma ci vorrà comunque del tempo.
A margine della questione vorrei stigmatizzare il modo in cui in Italia ci si è occupati dell’argomento. Quasi tutti i quotidiani hanno datro la notizia in modo poco comprensibile, affermando per esempio che i neutrini sarebbero “più veloci della luce di 60 nanosecondi”. Chi scrive una cosa del genere non ha ben presente nemmeno la fisica del liceo, dato che la velocità è un rapporto tra spazio e tempo, e non si misura con unità di tempo.
Ma questo è nulla di fronte all’incompetenza dimostrata dalla nostra ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca, o meglio dall’ignoto collaboratore che ha esteso per lei il comunicato ufficiale relativo all’evento (e che evidentemente è stato scelto con gli stessi criteri di merito di cui si è avvalsa la Gelmini). Tutto il mondo si è fatto delle gran risate leggendo che, secondo il testo firmato dalla ministra, esiste un tunnel tra i laboratori del CERN e quelli del Gran Sasso (700 chilometri!). Ma è tutto il comunicato a essere ridicolo, con quell’esaltare la “vittoria epocale” del “superamento della velocità della luce”, come se la cosa non fosse da verificare, e come se il risultato fosse stato attivamente cercato e non del tutto inatteso.
La Gelmini si è difesa dicendo che ovviamente voleva riferirsi al tunnel sotterraneo che ospita il sincrotrone del CERN. A questo punto però vorrei sapere: visto che il SPS è stato costruito negli anni ’70, di quali soldi esattamente parla la ministra? In ogni caso i ricercatori italiani del CERN non sembrano esserle molto grati, dato che l’anno scorso hanno manifestato in massa contro la riforma Gelmini dell’università. E, tanto perché lo sappiate, la persona a capo dell’esperimento, il professor Ereditato, è cittadino italiano, ma è stipendiato dalla Svizzera.
Macelliamo il Porcellum
Mancano solo pochi giorni al termine della raccolta di firme per istituire un referendum che abolisca l’orrenda legge elettorale attualmente in vigore per le elezioni poltiche, detta Porcellum da quando il suo stesso ideatore, il leghista Calderoli, la definì elegantemente “una porcata”.
L’effetto del referendum in questione (se raccogliesse sufficienti firme, raggiungesse il quorum e fosse votato dalla maggioranza degli elettori) sarebbe di ripristinare la legge elettorale precedente (detta Mattarellum dal nome del suo ideatore, il democristiano Sergio Mattarella), cioè un sistema a turno unico per tre quarti maggioritario e per un quatro proporzionale.
Il Mattarellum a mio avviso non è la migliore legge elettorale possibile (personalmente sono un fautore dei sistemi che non si limitano a far scegliere all’elettore una sola forza politica, ma gli permettono di stabilire una gerarchia di valore tra le forze in campo, come l’australian ballot, il voto singolo trasferibile e, in misura minore, il maggioritario a doppio turno; spero di avere il tempo di discuterne in un post futuro). Tuttavia è una legge che è stata in vigore in passato e si è dimostrata funzionante. Il ripristinarla restituirebbe agli elettori la possibilità di influire sulla scelta dei propri rappresentanti in Parlamento. Il principlae difetto del Porcellum, infatti, è quello delle liste bloccate: non si vota per i candidati singoli e non si esprime un voto di preferenza, ma si vota “in blocco” per una lista di candidati creata dai segretari di partito, senza la possibilità di negare il voto a candidati sgraditi o di favorire l’elezione di quelli preferiti. Le nefaste conseguenze di questa legge, in termini di qualità e indipendenza di giudizio degli eletti, si sono viste abbondantemente.
Il ritorno del Mattarellum sarebbe un importante strumento per accelerare il rinnovamento della classe politica che tutti auspicano, dato che per i partiti (tutti!) sarebbe molto più difficile presentare candidati vecchi e screditati. Dal punto di vista politico, inoltre, il referendum contribuirebbe anche ad accelerare la caduta dell’attuale governo. Berlusconi ha bisogno del Porcellum per mantenere il controllo sulla sua maggioranza ormai a un passo dall’implodere. La minaccia del referendum potrebbe indurlo a elezioni anticipate pur di poter votare con la vecchia legge. Risultato che considero auspicabile.
La raccolta di firme prosegue fino al 30 settembre, negli uffici anagrafe dei comuni e negli appositi banchi del comitato promotore. Qui trovate la lista dei luoghi dove si può firmare, ma attenzione! In alcuni luoghi la raccolta si chiude in anticipo (per esempio, a Milano in piazza San Babila il gazebo è attivo solo fino a domani, lunedì 26). Quindi, se non lo avete ancora fatto, sbrigatevi a firmare!
Anniversari
- L’11 settembre 2001, terroristi affiliati ad Al Qaeda e provenienti in gran parte dall’Arabia Saudita dirottarono quattro aerei di linea con l’obiettivo di farli precipitare su edifici statunitensi. Ci riuscirono in tre casi su quattro, distruggendo le due torri gemelle del World Trade Center a New York e parte del Pentagono a Washington. Morirono complessivamente quasi 3.000 persone.
In seguito a tale attacco, gli Stati Uniti dichiararono una “Guerra al Terrore” e attaccarono l’Afghanistan (colpevole di avere ospitato i terroristi di Al Qaeda) e l’Iraq (accusato di complicità col terrorismo con prove che in seguito si rivelarono false). Nelle due guerre è rimasto ucciso complessivamente un numero di civili stimabile tra i 100.000 e i 900.000. Le operazioni militari non si sono ancora concluse.
L’uomo ritenuto l’ideatore degli attacchi dell’11 settembre, Osama Bin Laden, è stato ucciso lo scorso 2 maggio da truppe americane in Pakistan. - L’11 settembre 1982 le forze internazionali che proteggevano i campi profughi palestinesi in Libano dalla sanguinosa guerra civile che imperversava nel Paese si ritirarono, lasciando il controllo dei campi all’esercito israreliano che occupava il Libano meridionale. Tre giorni dopo, il neoletto presidente del Libano Bachir Geamyel fu ucciso in un attentato di matrice siriana. Due giorni dopo, Israele permise a miliziani cristiano-falangiste di entrare nei campi alla ricerca di terroristi. I falangisti, comandati da Elie Hobeika, non si limitarono a questo, ma effettuaraono una rappresaglia per l’assassinio di Gemayel, uccidendo tra gli 800 e i 3.000 civili, inclusi donne e bambini.
Hobeika fu ucciso in un attentato vent’anni dopo. L’indagine di una commissione indipendente ritenne il generale isreaeliano Ariel Sharon indirettamente responsabile del massacro per aver consentito e facilitato l’ingresso dei miliziani, il che non gli impedì di diventare successivamente premier di Israele. - L’11 settembre 1973 il generale Augusto Pinochet, con la complicità degli Stati Uniti, rovesciò con un colpo di Stato il governo democraticamente eletto del Cile. Il presidente cileno Salvador Allende morì quello stesso giorno, secondo alcuni suicida, secondo altri assassinato dai golpisti.
Nei 17 anni di dittatura di Pinochet circa 3.000 persone furono uccise per motivi politici, e circa 30.000 furono arrestate e spesso torturate.
Due anni dopo, il Cile di Pinochet, insieme ai governi di Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Bolivia, e con l’assistenza degli Stati Uniti, si pose alla testa dell’Operazione Condor, un piano per eliminare ogni forma di opposizione di sinistra dal Sud America. Si stima che a causa di azioni dell’Operazione Condor almeno 60.000 persone siano state uccise in vari Paesi sudamericani (in particolare Argentina e Uruguay).