Il mio primo incontro con Ennio Morricone per la verità non fu molto positivo. Dovevo avere otto o nove anni. Mio padre (piuttosto incoscientemente ma, immagino, erano altri tempi) mi portò al cinema sotto casa a vedere “C’era una volta il West”, pensando così di compiacere la mia passione per i western.
Quando arrivò la prima scena dei ricordi di Armonica, ne fui letteralmente terrorizzato e dovettero portarmi via dal cinema. Per anni conservai un ricordo vago della scena che mi aveva spaventato: una figura umana a colori falsati, immersa nella musica, una musica così drammatica da farmi presagire che qualcosa di terribile, irreparabile sarebbe accaduto.
La grande musica ha questo potere, di trasmettere emozioni senza filtro.