Dal modo in cui questo film è pubblicizzato, si potrebbe pensare che sia in un film sugli anni Settanta. In parte lo è: l’epoca è quella ci sono la musica, l’androginia, la droga, e i vari miti del periodo. Però C.R.A.Z.Y. non è (o non riesce a essere) un film su un’epoca, ed è essenzialmente una storia di rapporti interpersonali in una famiglia turbata dalla dipendenza dalla droga del primogenito Ramon e dalla bisessualità di Zachary, penultimogenito e protagonista del film. Il "non essere fino in fondo" è purtroppo una delle cifre stilistiche di questo film: basti pensare che il titolo rimanda, oltre che a una canzone di Patsy Cline, alle iniziali dei cinque fratelli; ma poi il film si occupa solo di due di loro, lasciando gli altri tre nell’ombra. Oppure che uno dei temi centrali sono i poteri taumaturgici del protagonista, che a seconda dei momenti sembrano esistere o non esistere, senza che mai si pervenga a una conclusione.
Il film comincia piuttosto bene creando un’atmosfera magico-umoristica, ma questa si perde gradatamente fino a sfociare in un drammone familiare a forti tinte (ed è la parte più debole, che lo fa sembrare decisamente troppo lungo). Non mancano belle scene, personaggi ben caratterizzati, momenti azzeccati, ma la tentazione di dire troppe cose finisce per lasciare una sensazione di inconcludenza.