La minaccia rumena

La minaccia rumenaNell’ultimo anno di vita di mia nonna, mia madre si fece aiutare nell’assisterla da una giovane ragazza rumena. E’ un passo cui si decise con molta titubanza, temendo di portarsi in casa una persona che avrebbe potuto rivelarsi disonesta o inadatta ad accudire una persona anziana. In ogni caso, sarebbe stata una straniera con la quale avrebbero potuto esserci delle incomprensioni. Ma i timori si rivelarono completamente infondati. Valentina, così si chiama la ragazza, non solo si rivelò una lavoratrice instancabile e dotata di tutta la pazienza e la dolcezza necessarie per farsi accettare da una persona anziana qual’era mia nonna, quasi centenaria. Ma anche così gentile, spontanea e disponibile che in breve tempo si sviluppò un legame di sincero affetto tra lei e la mia famiglia. L’ho vista piangere sulla bara di mia nonna, e la sento tuttora telefonare a mia madre in amicizia così come si farebbe con un parente stretto.
È a Valentina che penso in questi giorni, lei che si rabbuiava ogni volta che sentiva la TV parlare di efferati delitti compiuti in Italia da rumeni, e li malediceva per le ulteriori difficoltà che quei criminali avrebbero creato ai rumeni onesti venuti in Italia per lavorare. Io non ho dati in mano che mi permettano di dire quanto speciale sia Valentina, ma la sua esistenza mi induce a pensare che tanti tra i rumeni venuti in Italia siano persone oneste, qualcuno forse persino più dell’italiano medio, e che certi delitti li sconvolgano quanto e più di noi. Basti pensare che l’aggressore di ieri è stato denunciato proprio da una donna rumena, che nemmeno parlava italiano.
Con questo non voglio negare che esista una situazione di emergenza. È evidente che la massiccia immigrazione rumena ha portato un aumento di criminalità che va affrontato in qualche modo, se non si vogliono creare reazioni di rigetto e di razzismo. Sinceramente, però, non so quanto le misure adottate dal governo si muovano nella giusta direzione. In pratica diventa possibile espellere dei cittadini europei con un provvedimento amministrativo e senza processo. Per quanto si possa sostenere che non c’era altra via per contenere la situazione, la correttezza giuridica della misura è discutibile (ed è tutto da vedere che sia utile: per esempio, l’aggressore di ieri non sembra essere un delinquente abituale, e difficilmente sarebbe stato colpito dall’espulsione prima del delitto).
Quello che però mi ha veramente infastidito è stato l’attacco di Veltroni contro il governo rumeno, che sarebbe colpevole di non si sa bene cosa. Considerato che la Romania è impegnata da un trattato internazionale a lasciare ai propri cittadini libertà di movimento attraverso le proprie frontiere, cosa avrebbe dovuto fare per impedirgli di venire in Italia, arrestarli tutti? Come avrebbe reagito Veltroni, se la Germania avesse protestato contro il governo Prodi per la strage di ‘ndrangheta avvenuta sul suo territorio? Sbaglio se dico che Veltroni si sta abbandonando al populsimo più bieco?

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15 pensieri riguardo “La minaccia rumena”

  1. Haymar: mah, da quello che sento da amici e parenti non direi proprio che di Rumeni onesti ce ne siano tanto pochi. Da notare anche, ma questo non lo dice nessuno,che i Rumeni sono in italia in percentuale elevata da piu’ di vent’anni senza alcuna emmergenza di chissa’ che cosa.

  2. è triste una società che invecchia continuamente e, non essendo in grado di autoassistersi, deve ricorrere a certe soluzioni in un sottobosco di illegalità. Non si può però negare che queste donne dall’Est siano una benedizione per molti

  3. Scusate l’ot… ma è possibile che dopo dieci anni le persone scrivano ancora con lo stesso nick? 🙂

    Ho seguito un link dal blog di Farouche, incontrata per caso in questi giorni su anobii (guardacaso;) e mi sono ritrovata a leggere di Vanamonde e Haymar: ma come è possibile? 🙂

    Ciao a entrambi!

    Bianca di Fabula, ora Donna Camèl (ma sempre Bianca, se non di fatto, ancora, almeno di nome)

  4. Beh, che c’è di strano? 🙂

    In fondo sono lo stesso di prima, e non vedo il motivo di rendere più difficile ai vecchi amici telematici come te la possibilità di trovarmi.

    Ciao Bianca, sono contento di averti ritrovata, e che tu mi abbia fatto sapere di avere un link nel blog di Farouche (che non conoscevo, e suppongo sia la comune amica A.L.B.).

    Già che ci siano, ti segnalo, se non li conosci già, altri due blog di ex-fabuli: quello di Norvegia, ora divenuto Svalbard, e quello di Lupus, ora divenuto The Petunias.

    Abbracci e saluti!

  5. La notizia l’ho letta in prima pagina ieri (cioe’, ormai l’altro ieri) su Le Monde. Mi è salita una tristezza infinita. Quasi un irrazionale senso di colpa. E ho ripensato al tuo post sul Partito Democratico. Se un partito di sinistra comincia a essere xenofobo e populista, e l’unica alternativa è una coalizione di destra xenofoba e populista, forse l’unica soluzione è davvero smettere di votare.

  6. Prima premessa: qui a Torino negli ultimi tempi ci sono stati parecchi “efferati delitti”. Ma, sorprendentemente, la stragrande maggioranza di essi è stata commessa da italiani contro italiani (tabaccaio ucciso da rapinatori – mamma che butta la bimba giù dal balcone – ecc.) piuttosto che da stranieri.

    Seconda premessa: sempre qui a Torino, di tutte le ondate immigratorie è proprio quella rumena che ha dato meno problemi sociali. Sono arrivati poco per volta ben da prima dell’adesione della Romania alla Ue, si sono messi a lavorare soprattutto nell’edilizia, le ragazze fanno le cameriere o le commesse, hanno creato un loro sistema economico parallelo – legale – fatto di riparatori di elettronica, trasportatori ed altro, e non hanno dato fastidio a nessuno. La loro integrazione nel tessuto sociale è stata molto più rapida e indolore di quella dei maghrebini o degli albanesi. (Poi ovviamente ci sono le eccezioni, ma parlo della maggioranza; è vero che gli zingari sono un problema, ma lo erano già da prima).

    Premesso questo, e esternazioni di Veltroni a parte sulle quali non credo di essere particolarmente informato, personalmente sono piuttosto scocciato dell’atteggiamento ipergarantista di una certa sinistra, con la quale invece mi trovo d’accordo su molte altre cose. Nel senso che ritengo l’ordine pubblico e la sicurezza dei valori non negoziabili, dei fatti basilari per la convivenza sociale – il rispetto della legge – e non mi sembra giusto che l’immigrato intra o extracomunitario debba essere protetto e tutelato “sempre e comunque” in quanto sfruttato-oppresso-poverino ecc. anche quando vive nell’illegalità o commette delitti. Nè deve spaventare trovarsi a fare discorsi “di destra” che poi in realtà di destra non sono, ma sono solo al minimo legalitari.

    A prescindere dal fatto che ho sempre ritenuto l’allargamento dell’UE ad est una scelta piuttosto frettolosa, quasi dettata dalla smania un po’ infantile di “diventare più grandi” a qualsiasi costo, quando invece sarebbe rimasto (e rimane) moltissimo da fare, prima, per aumentare l’integrazione tra i “vecchi” dell’Europa, e dove forse sarebbe stato più opportuno fornire ai Paesi dell’est aiuti alla crescita e allo sviluppo del benessere e della democrazia prima di ritenerli idonei ad entrare.

    Ciao, Svalbard

  7. Emanuele: La bandiera è una mia creazione, ottenuta fondendo una bandiera rumena comune e un teschio trovati su Internet. Tra l’altro sono molto orgoglioso di esserci riuscito usando non un programma di grafica, ma il semplice visore di file IrfanView. 🙂

    Svalbard: Nel mio caso, con le tue argomentazioni sfondi una porta aperta. Ho sempre provato un forte fastidio per quell’atteggiamento, diffuso tra i politici di sinistra ma ancora più tra i semplici militanti, per cui le forze dell’ordine hanno sempre torto e i trasgressori, di qualunque tipo, sempre ragione.

    Ricordo una collega, coltissima e ultrabenestante, per la quale non esistevano poliziotti o carabinieri, ma solo “sbirri”, ai quali non ci si doveva rivolgere in nessuna circostanza. O articoli pubblicati da riviste come Cuore o Linus in cui fatalità come un extracomunitario investito da un’auto perché in fuga dai controllori che volevano multarlo, o un giovane camorrista rimasto ucciso perché aveva spianato una pistola finta contro dei poliziotti, venivano fatti passare per atrocità commesse dalle forze dell’ordine. Di fronte ad atteggiamenti così unilaterali non si può che scuotere la testa.

    Senza arrivare a questi estremi, sono pienamente convinto che sia giusto il principio che la sicurezza sia un problema che non è né di destra né di sinistra, e che comunque dovrebbe essere nell’agenda di qualsiasi forza politica. Anche solo per un problema di semplice opportunità: se un commerciante paga fior di tasse per aprire un negozio e poi i venditori abusivi gli si accampano davanti alla vetrina e gli fanno scappare i clienti, se un cittadino subisce continue molestie o rapine, non ci si può limitare a dirgli che i problemi degli extracomunitari sono più gravi dei loro e quindi devono arrangiarsi, perché altrimenti ti voteranno contro, e giustamente. La solidarietà è una bella cosa, ma non la si può imporre.

    Tutto questo però non toglie che in Italia la questione sicurezza sia trattata non in funzione di dati e problemi reali, ma in funzione di ondate puramente emotive e scandalistiche. Già in passato avevo fatto notare che certi allarmi sulla crescita dei reati sono totalmente infondati da un punto di vista statistico. E, nel caso particolare, credo che queste espulsioni facili siano un provvedimento che serve a fare la “faccia feroce” a spese della civiltà giuridica, ma che in realtà avrà effetti positivi scarsi o nulli sull’andamento della criminalità. E soprattutto, vorrei che almeno la sinistra, visto che dalla destra attuale è impossibile aspettarselo, si astenesse dai proclami di sapore razzista e dai provvedimenti a effetto, e si attenesse ai fatti e alla concretezza.

  8. Purtroppo l’associazione “forze dell’ordine”-“esercito della destra” in Italia e’ ancora troppo forte, per cui carabinieri, polizia e compagnia bella non saranno mai nella condizione di potere dispensare sicurezza, se fossero efficienti e ben coordinati potrebbero rovesciare la democrazia… meglio lasciarli nell’ignavia, nella mancanza di mezzi, nell’impossibilita’ di mettere in carcere un criminale con la speranza che ci resti, nell’impossibilita’ di compiere indagini ma solo di eseguirle, insomma nell’inutilita’ piu’ totale. Ma lo sapete che in Italia non e’ obbligatorio presentare un documento di identita’, se vi ferma un ufficiale, bensi’ solo DICHIARARE LE PROPRIE GENERALITA’ A VOCE? Va bene essere contro uno stato di polizia, ma cosi’ come siamo messi e’ veramente inutile lamentarsi della non-sicurezza con le carabinieri/polizia/ecc…

    Ciao

    L’Antico

  9. Caro Antico, non ero a conoscenza di questo fatto delle generalità, e non sono neppure convinto che le cose stiano così: a me risulta il contrario, cioè che se sei privo di documento di identità possono fermarti per 12 ore in attesa di identificarti; sei sicuro di quanto dici? In ogni caso, anche se fosse vero non ci vedrei nulla di scandaloso: in alcuni paesi di antica e nobile tradizione giuridica come il Regno Unito non esiste nemmeno il concetto di documento di identità, e l’identificazione viene effettuata sempre a voce. In ogni caso, in Italia il dichiarare false generalità alla Polizia è reato.

    A parte questo, è difficile compatire le forze dell’ordine o desiderare che vengano dati loro maggiori poteri, quando le stesse forze dell’ordine in Italia adottano regolarmente un comportamento omertoso peggiore di quello della Mafia.

    Personalmente ritengo che in linea di principio, dato che un poliziotto fa un lavoro molto pericoloso e difficile, può capitare che vengano commessi errori, e perciò quando c’è una vittima bisognerebbe evitare di dare addosso al poliziotto senza essere sicuri che vi sia stata colpa o negligenza da parte sua.

    Tuttavia in Italia la situazione è ben diversa. Abbiamo poliziotti che non di rado agiscono con negligenza omicida o addirittura si abbandonano ad atti di violenza criminale, e poi nascondono il loro operato grazie a coperture a tutti i livelli.

    Potrei citare i fatti di Genova, dove a lungo si è cercato di sostenere la tesi ridicola del proiettile deviato per caso da un calcinaccio. Ma, senza scomodare situazioni intrise di politica, possiamo citare Federico Aldrovandi, il diciottenne di Ferrara ucciso a botte dai poliziotti che poi hanno sostenuto che si era ferito da solo dando in escandescenze e prendendo a testate un palo. Oppure l’ispettore Raciti, morto probabilmente per essere stato investito da un veicolo della polizia, e per la cui morte sono stati accusati degli ultras poi completamente scagionati. O ancora quanto è avvenuto domenica scorsa: un poliziotto ha sparato a un’auto senza alcun motivo che lo giustificasse e ha ucciso una persona, e per un’intera giornata si è cercato di sostenere che era stata una tragica fatalità, che il colpo era stato sparato in aria e che c’era un enorme rissa in corso con armi e spranghe, una ricostruzione totalmente screditata da ogni testimonanza.

    Se questo è il comportamento abituale della nostra polizia, anche in situazioni che nulla hanno a che vedere con la contrapposizione destra/sinistra, mi sembra molto difficile che le si possa dare fiducia.

  10. Io conosco delle persone che ci lavorano, in polizia e nei carabinieri, persone che non ci sono entrate perche’ era un posto di lavoro come un altro, ma perche’ avevano alcuni ideali di giustizia che ritenevano di potere perseguire in quei corpo, e che quindi sono nella posizione di potere fare una critica onesta.

    Quindi ti posso dire per fonte di prima mano che i corpi di polizia ecc sono conciati male perche’ va bene cosi’, almeno non sono un pericolo, danno lavoro a parecchie persone (un mio amico che ci lavora, meridionale, precisa scherzando che “il carabiniere e’ un posto di lavoro per terroni disoccupati”), e danno una sensazione di presenza dello stato. Questo e’ il senso di quanto ho scritto: non diamo la colpa alla polizia di essere “sgarruppata”, quando e’ costruita per essere cosi’.

    Mi spiace che tu abbia colto il mio intervento come discolpatore in toto della polizia e dei carabinieri, ci mancherebbe anche, ci sono responsabilita’ di singoli che trascendono qualsiasi direttiva, per cui non mi sogno nemmeno di difendere chi sbaglia per negligenza, incuria o impreparazione, men che meno chi mente per coprirsi.

    Sulla questione delle generalita’ ti invito ad informarti, il fermo in caso di accertamenti e’ stato recentemente portato a 24 ore col decreto anti terroristmo, il fatto e’ che non sei tu a doverti identificare, sono LORO che devono capire chi tu sei, altrimenti te ne vai tranquillo e beato (e questo e’ il motivo per cui gli immigrati clandestini gettano il passaporto appena arrivano, non potranno nemmeno essere espatriati perche’ non si sa dove mandarli!!)

    Ti ricordo che il diritto romano e’ tuttora una delle tradizioni giuridiche piu’ fulgide, peccato che ad applicarlo ci siano gli italiani e non gli inglesi, che sia forse questa la vera differenza?

    Non faccio commenti sul G8 perche’ l’invadenza della politica nella gestione della sicurezza e’ stata talmente poderosa, che c’e’ da stupirsi non sia successo ben di peggio. Quello di cui invece sono certo e’ che alcuni amici ci sono andati, hanno manifestato, non hanno tirato pietre a nessuno ne’ tentato di sfondare linee, avevano il loro servizio d’ordine, e nessuno li ha picchiati, chissa’ come mai? “chi ama il pericolo, in esso perisce” dicevano quelli del codice di diritto di cui sopra…

    Ciao

    L’Antico

  11. A mezzanotte due zombi escono dalla tomba e barcollando si avviano al cancello del cimitero. Improvvisamente uno torna indietro, prende la lapide e se la infila sottobraccio. L’altro gli chiede: “Che fai ?”.

    E lui: “Di questi tempi e’ meglio girare con i documenti…”

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