Ieri ci ha lasciato Vittorio Curtoni. Direttore di Robot (sia la vecchia, sia la nuova), critico e scrittore di fantascienza, traduttore di tantissimi scrittori (di genere e non), ma soprattutto una grande persona. Lo conobbi a Piacenza una decina di anni fa, in occasione di uno dei ritrovi che amava organizzare nella sua città per gli appasssionati di fantascienza di tutta Italia. Vittorio amava mangiar bene e discutere con passione di letteratura, musica e cinema con chiunque ne avesse voglia. Nonostante fosse un personaggio di statura mitologica nell’ambito della fantascienza italiana, trattava tutti da pari a pari. Aveva anche un carattere sanguigno, e non ci metteva nulla a mandarti a quel paese se gliene davi motivo. Ma ci piaceva anche per quello. Anzi, gli avevamo regalato un tridente, per consetirgli di guidarci attraverso Piacenza, nelle vesti di Curton Dimonio, alla ricerca del tortello migliore.
Di lui ricordo tanti momenti. Dalla volta che lo intervistai sulle pagine di Computer Idea (la mia prima intervista a uno scrittore!) a quando mi consacrò vincitore del concorso Sviccata, che consisteva nello scrivere il racconto più brutto possibile. Lo incontrai l’ultima volta un paio di anni fa, quando andai a visitarlo dopo una delle varie operazioni che aveva subito. Era provato ma non domo, e dichiarò che si sarebbe ritirato dall’attività di traduttore per dedicarsi finalmente a scrivere narrativa, per fare contenti tutti coloro che lo biasimavano per avere scritto troppo poco.
Anche se in questi anni aveva smesso di organizzare ritrovi e mangiate, avevo sempre pensato che questa sua interruzione delle attività sociali fosse solo una parentesi, e che prima o poi l’avremmo rivisto agitare il suo tridente davanti a un piatto di tortelli. Invece se n’è andato all’improvviso, pochi giorni dopo l’uscita del primo, e purtroppo unico libro del suo nuovo corso di scrittore.
Ci mancheranno la sua intelligenza, la sua cordialità, la sua simpatia. Ci mancherà il Vic.
Ah… la sviccata, il tridente, ho ancora le tessere, da qualche parte…
Quanti ricordi!