In memoria: Joe Zawinul

Anche Joe Zawinul ci ha lasciato.Non sto a dirvi che grande, importante, fantastico gruppo siano stati i suoi Weather Report, perché dovreste saperlo già e, se non lo sapete, ci sono siti molto più esaurienti dove scoprirlo.
Dirò solo che Zawinul mi era enormemente simpatico perché suonava il synth, e lo faceva benissimo. Da questo punto di vista, è un fenomeno quasi unico. Molti grandi tastieristi jazz hanno suonato tastiere elettriche ed elettroniche durante gli anni ’70 e ’80, alcuni anche con grandissimi risultati. Però quasi tutti (da Herbie Hancock a Chick Corea a Lyle Mays, per non parlare di Ketih Jarrett) hanno in seguito fatto capire che i sintetizzatori possno essere divertenti, ma il loro vero strumento è il pianoforte. Lui no: Joe fino all’ultimo ha suonato circondato da una decina di tastiere elettroniche, con altrettanti pedali di espressione sotto i piedi, ottenendo una raffinatezza di suono che non aveva nulla da invidiare a qualsiasi strumento acustico. Adesso purtroppo è morto (e, se non ci fosse Leon Gruenbaum, mi verrebbe da dire che nel jazz non esiste più nessuno a suonare le tastiere elettroniche in modo creativo). Tanto di cappello, Joe. Chissà quanta gente in futuro ascolterà quelle prime note di basso di Birdland (quella, ahimè, rubata dall’amaro Ramazzotti per la Milano da bere…) senza sapere che a produrle non era il basso di Jaco Pastorius, ma il tuo synth ARP 2600…

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In memoria: Osvaldo Cavandoli

La lineaPochi giorni fa ci ha lasciato Osvaldo Cavandoli, inventore di La Linea. Ho un ricordo nitidissimo del suo cartone animato che risale a quando ero bambino. Credo che La Linea si avvicini quanto più possibile per un cartone animato alla perfezione. E’ assolutamente essenziale: in bianco e nero, sonoro onomatopeico, tratto limitato a pochi segni, Eppure basta guardarlo una volta e non te lo dimentichi più. Sono storie che anche un bambino può apprezzare (e io le apprezzavo quando avevo tre anni), eppure profondissime, credo si possano chiamare metafisiche. La lotta di questo omino che esce da una linea retta e si ribella contro la mano del suo creatore-disegnatore è qualcosa in cui chiunque, all’istante, può riconoscersi.
La cosa più sorprendente è che La Linea nacque come spot pubblicitario delle pentole Lagostina. E ci parla di un’epoca in cui qualcosa di così bello e perfetto poteva nascere da un intento commerciale. Ci parla di un’epoca in cui si credeva ancora che modernità e creativita potessero andare di pari passo. Di cui ormai ci siamo completamente dimenticati.

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In memoria: Michael Brecker

Michal BreckerHo saputo solo ora che Michael Brecker ci ha lasciato sabato scorso, a causa di una rara malattia del sangue che lo aveva colpito qualche anno fa e che non si è riusciti a curare.
Il mio primo ricordo di lui risale ai primi anni ’80, quand’ero al liceo, e a una festa uno dei miei compagni di classe mise su un brano stranissimo, in cui uno strumento che sembrava una specie di sax elettronico percorrreva scale che partivano sottoterra e finivano in cielo, superando l’estensione di un pianoforte. Il brano era In a Sentimental Mood di Duke Ellington, lo strumento era un Akai EWI, e a suonarlo era lui, Michael Brecker, che col gruppo degli Steps Ahead aveva sviluppato uno stile elettronico personalissimo, simile a quello di Pay Metheny con la chitarra (e infatti i due suonarono spesso insieme). Era uno di quei musicisti che sapevano suonare bene in qualsiasi contesto, passava dalla fusion elettronica degli Steps Ahead al jazz-funky insieme a suo fratello Randy, dalle canzoni di Paul Simon al perfetto stile coltraniano di molti suoi album solisti. Era un solista incontenibile, ma anche un perfetto accompagnatore, come si può ascoltare, per esempio, nello splendido Shadows and Light di Joni Mitchell, dove un’intera band di sogno era al servizio della voce roca e affascinante della cantautrice canadese.
Purtroppo non si è mai trovato il donatore le cui cellule staminali di midollo fossero compatibili con le sue. Ora abbiamo solo la sua musica a ricordarcelo. Andatevi a cercare un suo brano, uno qualunque, e anche voi non lo dimenticherete.

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