Tra le varie iniziative del blog di Beppe Grillo (spesso meritorie, quasi sempre interessanti), ce n’è una che ha destato molto interesse ma che mi lascia decisamente perplesso. Si tratta della cosiddetta Parlamento Pulito.
Grillo parte da una constatazione molto scoraggiante: all’interno del nostro Parlamento ci sono ben 23 persone che sono state colpite da una condanna penale definitiva (qui l’elenco completo; va detto che di questi ben 23 ben 20 sonos tati eletti nelle file del centrodestra, anche se alcuni hanno cambiato bandiera, e per la precisione più della metà sono stati eletti nelle file di Forza Italia, partito cui calza a pennello l’aggettivo coniato da Franco Cordero, "criminofilo").
Concordo pienamente con Grillo sul fatto che questo sia un fatto fortemente negativo. Sono meno d’accordo sul rimedio proposto, e cioè vietare tout court la presenza in Parlamento a chi abbia subito una condanna penale definitiva.
I motivi sono sostanzialmente tre:
- Non ritengo che chiunque abbia commesso un reato sia indegno di sedere in Parlamento. C’è reato e reato. Grillo stesso fornisce un ottimo esempio al riguardo: diversi anni fa è stato condannato per aver causato la morte di alcune persone in un incidente stradale. Certo, la cosa non torna a suo onore, ma chiunque può commettere un errore. Sarebbe un cattivo parlamentare per questo? Non credo proprio. E si potrebbero fare molti esempi. Si potrebbe anche sostenere, a mio avviso a ragione, che le persone cambiano, e che aver commesso un reato a vent’anni non impedisce che tu diventi una degna persona a quaranta.
- Una legge simile potrebbe causare un ulteriore imbarbarimento della lotta politica. Già oggi assistiamo a un continuo intrecciarsi tra cronaca politica e giudiziaria. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se bastasse una condanna a due mesi per qualsivoglia motivo per sbattere fuori qualcuno dal Parlamento? Immaginiamo poi se un futuro governo inventasse qualche reato d’opinione, e con questa scusa tenesse fuori dal Parlamento intere forze politiche… Prima di cambiare una regola, bisogna pensare a come potrebbe essere usata in situazione diverse dall’attuale.
- Soprattutto non credo che le leggi draconiane servano a qualcosa in questi casi. Se una consistente fetta degli italiani non vede nulla di male nel farsi rappresentare in parlamento da una serie di tangentari, truffatori ed evasori fiscali, non sarà con una legge che li si terrà fuori dal Parlamento. La moralizzazione della vita politica va fatta in profondità, altrimenti ogni legge sarà fatta per essere elusa.
Insomma, teniamoci le attuali leggi sull’interdizione dai pubblici uffici, e teniamo i corrotti fuori dal Parlamento con il voto, e non con una legge ad hoc.