Quand’ero ancora una ragazzino lessi uno splendido libro fantasy-horror per ragazzi, che mi è rimasto nel cuore. Roba che, secondo me, non ha niente da invidiare ad Harry Potter, e che potenzialmente potrebbe avere lo stesso successo, ma che invece, nonostante due edizioni italiane, è stato quasi completamente ignorato nel nostro Paese (in USA ha avuto ben dieci seguiti!).
Tempo fa ho conosciuto una persona che lavora in una casa editrice, e ho scoperto che anche lei ha questo libro nel cuore, avendolo letto da piccola, come me. In pratica, ogni volta che ci siamo incontrati abbiamo dedicato del tempo a citare scene e passi del libro con sguardo rapito, sperando che lei riuscisse a convincere i suoi capi a pubblicarlo in Italia per la terza volta.
Ebbene, forse succederà: l’amica è riuscita a interessare i suoi capi, anche se le trattative sono appena iniziate (ed è per questo che non ne svelo il titolo: non vorrei romperle le uova nel paniere).
Però il troppo amore per un libro può portare anche a delle delusioni. Dovete sapere che il romanzo in questione aveva un’ottima traduzione, scorrevole e fantasiosa, e soprattutto con uno piena di termini insoliti che aggiungevano molto alle bizzarre atmosfere della storia. Per esempio, il protagonista aveva l’abitudine di rimpinzarsi di frugoncini al cioccolato. Ora, se avete letto "furgoncini", leggete meglio: sono frugoncini. Inutile cercare il termine su Google: non esiste, se non come errore di battitura per furgoncino. Non c’è nemmeno sul De Mauro, e neppure sullo Zingarelli.
In realtà io mi ricordo di aver cercato il termine un quarto di secolo fa, ben prima di Internet, e di averlo trovato. Oggi non ci sono riuscito, e non capisco perché. Forse nel frattempo la parola è diventata così rara da sparire del tutto dall’italiano, ed è ormai un termine che solo i linguisti conoscono. In ogni caso, ricordo che il significato era "biscotto al cioccolato" (il che fa pensare che frugoncino al cioccolato sia un termine ridondante, in quanto il termine frugoncino implica la presenza del cioccolato. Chissà se è vero, e se sono mai esistiti frugoncini ad altri gusti.
Più volte io e la mia amica ci siamo chiesti: cosa sarà mai stato un frugoncino nel testo originale. Ebbene, ora lei se lo è procurato, e la delusione è stata grande. I frugoncini, infatti, nel testo originale sono banalissimi chocolate-chip cookies.
C’è da chiedersi quanto del fascino che quel libro ha avuto su di noi fosse dovuto ai suoi propri meriti, e quando invece fosse opera di un traduttore geniale e bizzarro (che tra l’altro era un famoso giallista, oggi scomparso da tempo). Chissà quali ricordi evocava per lui il termine "frugoncino". Per quanto mi riguarda, farò di tutto per far rivivere in qualche modo questa parola dimenticata.
Furgoncini di frugoncini a Capodanno?
altro che madeleine! 🙂
Se Proust avesse conosciuto i frugoncini al cioccolato, la storia della letteratura sarebbe cambiata!
Devo dire che la foto che hai messo di corredo al post a me ha ricordato una polenta invece che un biscotto, tanto e’ vero che mi stavo chiedendo “cosa saranno quei pezzi che hanno mescolato alla polenta?”
Ciao
L’Antico
Potenza di una buona traduzione!
Bene: sono arrivata a questo post proprio perchè ho appena messo su Google “frugoncini”. Sì: ADESSO, il frugoncino c’è.
Grazie! 🙂
Valentina
rispondo a questa deliziosa mail
mi spiace deludere il progetto editoriale ma sono il nuovo editore del racconto che sarà presto pubblicato; il motivo è il tuo: lo avevo nel cuore… perchè l’autore è davvero meraviglioso come dici tu…
Tanti frugoncini per le sere autunnali e un anche bacetto se mi è consentito…
Angelo
Ho saputo che l’idea è stata anticipata da altri, e anche che è in buone mani. Sono contento che il libro sia in mano di chi gli vuole bene, e vi auguro di cuore di riuscire a farlo conoscere come merita.
In bocca al lupo e grazie per la visita!