Film: Moon

MoonUna base spaziale sul lato nascosto della Luna, dove si estrae dalle rocce lunari l’elio-3 necessario agli impianti a fusione terrestri, è abitata da un uomo solo, Sam, in attesa che il suo contratto triennale scada e gli consenta di fare ritorno sulla Terra. Un giorno Sam ha un incidente che gli fa perdere conoscenza. Quando rinviene, non ricorda bene cosa gli è successo, e comincia a notare delle incongruenze. Ben presto si accorgerà che la sua situazione è completamente diversa da quella che immaginava…
Moon era un film estremamente atteso. Non solo perché si tratta del debutto alla regia di Duncan Jones, noto per essere il figlio di David Bowie. Ma soprattutto perché è quello che gli appassionati attendevano con sempre maggiore impazienza: un film di fantascienza una volta tanto basato su una sceneggiatura autenticamente fantascientifica nelle situazioni e nei personaggi, e non su un pretesto per sfoderare effetti speciali e battaglie. Dopo averlo visto, posso dire che l’attesa era giustificata solo in parte. In effetti, Moon è davvero un film di fantascienza vecchio stile. Guardandolo è difficile non pensare a 2001: Odissea nello Spazio, Dark Star, 2002 la Seconda Odissea, Atmosfera Zero, Spazio: 1999 e non so più quanti altri film e telefilm di fantascienza del passato. Con questo non intendo dire che si tratti di un film nostalgico o citazionista, ma semplicemente che prende a modello un certo cinema in cui a essere protagonista non era l’azione vertiginosa, ma lo sottile angoscia di trovarsi nell’ambiente ostile e alieno dello spazio. Da questo punto di vista Moon riesce benissimo nell’intento, e chi, come me, aveva nostalgia di questo tipo di cinema non può che rallegrarsene.
Al di là di questo, però, Moon è un film riuscito solo a metà. La prima parte funziona benissimo, e costruisce abilmente la suspence utilzzando elementi classici in maniera originale e inconsueta. Quando però il mistero viene svelato, il film si affloscia un po’. Se da un lato vengono coraggiosamente evitate le soluzioni più ovvie, dall’altro però il potenziale drammatico di molte situazioni viene sfruttato solo in parte, e talvolta svilito da scappatoie che appaiono un po’ troppo facili. Anche il finale appare un po’ troppo semplicistico e positivo rispetto alla materia trattata.
In ogni caso guardare Moon mi ha fatto molto piacere e mi ha riportato a un tipo di cinema che credevo ormai scomparso. Un appassionato di fantascienza semplicemente non può perderselo (tenendo conto che anche a Milano per vederlo bisogna andare in un cinemino d’essai, immagino altrove le difficoltà!).

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6 pensieri riguardo “Film: Moon”

  1. Grazie di essere passato, la tua analisi del film è molto interessante.
    Anche a me ha dato fastidio che dentro la base ci fosse gravità terrestre, anche se temo fosse una scelta obbligata: girare l’intero film simulando la bassa gravità avrebbe fato lievitare i costi all’inverosimile…

  2. Grande film, bella storia, grande attore, effetti speciali perfetti, ambientazione realistica, bella musica. Peccato ci siano delle incongruenze nella sceneggiatura, è anomalo il comportamento dei cloni quando scoprono la verità, continuano a fare le cose di sempre, invece di parlare e spiegarsi, poi se il robot non apriva le porte, come fanno a uscire per cercare le antenne che disturbano il segnale ? Quando il clone comincia a stare male, l' altro gli chiede sempre e solo cosa abbia, e non viene mai detto che praticamente si sta spegnendo piano piano. Come faceva il robot da solo a portare i cloni in infermeria quando si svegliavano ? Per simulare la gravità all' interno della base, la potevano fare a ciambella, che ruotava, così il tutto era più realistico. Ci sono molte cose irreali e senza senso in questo film. Però ripeto l' originalità della storia, la bravura dell' attore, e le altre cose, ne fanno un grande film di fantascienza, da ricordare ! Moon !

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