Un'immagine vale più di 1000 stupri

stupro-AVisto che non ho tempo per scrivere di cose serie, per intrattenere i visitatori del blog ecco una nuova puntata di "le cose che mi danno fastidio", dedicata questa volta alle foto che su quotidiani e settimanali accompagnano gli articoli su stupri e maltrattamenti delle donne. Avete presente? Sono foto come quella che includo qui: una donna col viso nascosto, rannicchiata come per proteggersi, talvolta con gli abiti strappati.
Posso immaginare come sia nata l’esigenza di queste foto: non potendo pubblicare immagini della vittima, per ovvie ragioni, e non volendo rinunciare del tutto alla parte visiva,si ripiega sull’immagine di repertorio. Ciò non toglie che a me queste foto diano fastidio. Per cominciare, sono veramente stereotipate: vista una, le hai viste tutte. In secondo luogo, il contenuto informativo è vicino allo zero. Infine, mi danno una sensazione di artificioso e di morboso insieme, come se il giornale mi stesse gridando "INDIGNATI!" e pretendesse che mi indignassi a comando, e nel frattempo però stesse mi stesse suggerendo: "Guarda questa bella ragazza, io posso pubblicare solo un piccolo strappo sui vestiti, ma tu immagina cosa può esserle successo, immagina…".
Mi chiedo: ma queste foto si usano anche all’estero? E soprattutto: proprio non se ne può fare a meno? E danno fastidio anche voi, o sono io a vedere cose dove non ci sono?

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11 pensieri riguardo “Un'immagine vale più di 1000 stupri”

  1. Danno fastidio anche a me. Come mi da’ fastidio tutto quello che e’ “ripiego” (ehi, non sono riuscito a intervistare Brad Pitt, pero’ ho la sua portinaia, una vera bomba!). Ma perche’ diavolo bisogna metterci la foto per forza? Hai dello spazio in piu’ nella pagina? Mettici una bella pubblicita’ che cosi’ ci guadagni pure. Noi in televisione purtroppo delle immagini non possiamo fare a meno, quindi si e’ costretti a usare immagini d’archivio pur di non “bucare” la notizia, ma i giornali che bisogno hanno???

  2. Sugli stupri in particolare francamente non ricordo, ma foto “di repertorio”, con una vaga, a volte vaghissima attinenza all’articolo, ce ne sono in abbondanza il giornali quali l’Independent e il Guardian in Gran Bretagna.

    Non ricordo foto particolarmente morbose – la loro insulsaggine me le fa generalmente ignorare. Suppongo che cio’ significhi che non mi danno un particolare fastidio, ma certamente preferirei che, invece di foto di repertorio, ci fossero delle tabelle informative: nel caso che illustri tu, sarebbe utile ad esempio vedere numeri che illustrino se gli stupri sono in crescita o in calo in Italia, qual e’ la situazione in altri Paesi, qual e’ la pena media per persone condannate per stupro, eccetera. Anche l’indignazione, con questi dati, sarebbe di qualita’ migliore.

    Immagino pero’ che costi molto meno ai giornali ripescare una foto usata piu’ e piu’ volte, piuttosto che raccogliere (o comprare) e pubblicare dati. Ricordo a questo proposito un’amica del Poli che era stata fotografata mentre camminava in strada reggendo parecchie buste della spesa: quella foto e’ stata usata piu’ volte a distanza di anni per diversi articoli sulla spesa degli italiani, la convenienza dei supermercati, la progressiva sparizione delle piccole botteghe, l’incetta di beni di prima necessita’ in Italia alla fine del 1990 in attesa dell’attacco all’Iraq, eccetera.

    E se il giornale decide di pubblicare una foto – una bella cosa colorata nella pagina per distendere lo sguardo del lettore – sullo stupro francamente non so quanta scelta ci sia: una donna rannicchiata sembra una scelta sicura, benche’ molto banale. E i vestiti strappati servono, altrimenti la donna sembrerebbe afflitta da una disperazione generale, o una malata di mente.

    In definitiva, dubito che il quotidiano che ha usato quella foto lo abbia fatto per suggerire una risposta emotiva: francamente mi sembra piu’ facile causare indignazione scegliendo cosa scrivere e come scriverlo (o che dati riportare in una tabella). Mi viene in mente carta straccia come “Il Giornale” a questo riguardo,… ma non voglio andare fuori tema.

    Comunque, le foto di repertorio restano insulse e per quanto mi riguarda potrebbero benissimo lasciar spazio a tabelle, ad altri articoli, a pubblicita’,… o al niente: facciamo giornali un po’ piu’ piccoli, paghiamoli un po’ meno e risparmiamo carta e inchiostro, informandoci lo stesso. Forse l’idea migliore.

  3. Danno fastidio anche a me.

    Quanto alle motivazioni, anche a me, come per Falena e Banderuola, danno fastidio più per la loro inutilità che per una loro presunta funzione morale da due soldi.

  4. Concordo. Non ci avevo mai fatto caso prima, ma questa cosa delle foto “allusive” (per modo di dire, perch* fuori contesto una foto di quel genere mi farebbe pensare a qualsiasi cosa tranne che alla violenza sessuale) è abbastanza discutibile.

    Ciao, Svalbard

  5. Siamo sempre alle tre S. Sesso, Sangue e Soldi. Che sarebbero le tre cose che secondo una regola “aurea”, più attirano i lettori/spettatori. Concordo e confermo che mi sento offeso nella mia intelligenza da immagini stereotipate e frasi fatte assemblate alla meno peggio.

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