La prova scientifica

toilet seatDoes this place look like I’m fucking married? The toilet seat’s up, man!
The Big Lebowski

Se siete maschi e vivete con una donna, sicuramente sapere di cosa sto parlando: l’annosa questione della posizione in cui lasciare il sedile del cesso. All’uomo, che deve continuamente alzarla e abbassarla a seconda dell’uso che ne deve fare, sembra naturale lasciarla in una posizione qualsiasi. Alla donna, che invece la usa sempre abbassata, trovarla alzata sembra un affronto.
Ora, se avete sempre avuto il sospetto che la pretesa delle donne non fosse logica, ma non siete mai riusciti a capire esattamente il perché, smettete di pensare: c’è chi lo ha fatto per voi. In questo articolo scientifico troverete una dettagliata analisi che dimostra, teoria dei giochi alla mano, come abbassare sempre la tavoletta sia una strategia meno efficiente del lasciarla nella posizione corrente. Nel senso che causa all’uomo una quantità di sforzo maggiore rispetto a quella causata alla donna dalla strategia opposta.
Ora immagino che questa informazione vi sarà perfettamente inutile in pratica. In primo luogo perché è difficile trovare una donna che capisca la teoria dei giochi (anche un uomo, eh, sia ben chiaro!). In secondo luogo perché, anche se la vostra partner è una laureata in matematica, vi dirà: "Tu non devi abbassare la tavoletta perché è più conveniente. Tu devi farlo per me!". E questa è un’affermazione che non ammette repliche.
Però saprete, in cuor vostro, che sarebbe più efficiente lasciarla alzata.

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I gialli dei ragazzi

Nancy Drew - Il mistero del bungalowGli spartiacque generazionali sono tanti. Uno di questi è: avere letto almeno un Giallo dei Ragazzi, oppure no. Io ne ho letti una quantità inverosimile.
I Gialli dei Ragazzi erano dei tascabili (beh, più grossi di un tascabile di oggi) che, come si può arguire, contenevano dei romanzi gialli per ragazzi (e anche la copertina, prevedibilmente, era gialla, ma con delle splendide illustrazioni dai colori psichedelici in quello che allora passava per un stile "giovane"). Costavano pochissimo, e si vendevano come il pane, ma se ne leggevano molti di più di quelli che si compravano: i ragazzi li scambiavano o li rivendevano in mercatini di fortuna.
I gialli di questa collana erano roba commercialissima, ma commerciale quanto può esserlo un buon B-movie hollywoodiano: prodotti industriali, ma confezionati con cura. Chissà quante persone che oggi sono diventati lettori "forti" hanno cominciato proprio da qui a imparare il gusto del libro.
I primi volummi pubblicati erano traduzioni di serie "storiche" americane: gli Hardy Boys e Nancy Drew. Ambedue avevano origini antichissime, create dalla casa editrice Stratemeyer addirittura nel 1927 e 1930, rispettivamente. Gli autori risultavano essere Franklin W. Dixon e Carolyn Keene rispettivamente, ma in realtà erano scritti da un pool di scrittori. I romanzi vennero sostanzialmente riscritti e riaggiornati alla fine degli anni ’50 per renderli accettabili anche a un pubblico moderno. Confesso che non ho mai letto un romanzo di Nancy Drew: allora ero un ragazzino e non riuscivo a immedesimarmi in un personaggio femminile. Peccato però, perché ho l’impressione che fosse molto più interessante di quei due bietoloni WASP di Frank e Joe Hardy. Su Nancy hanno appena fatto anche un film, interpretato dalla nipote di Julia Roberts.
Dopo qualche tempo in Italia si aggiunse una terza serie, Alfred Hitchcock e i tre investigatori. Questa era una serie contemporanea, e Hitchcock risultava l’autore ed era anche un personaggio (il verò scrittore era però indicato in piccolo nelle pagine interne). I protagonisti erano tre ragazzini che giocavano agli investigatori, avevano una base segreta in una roulotte abbandonata in una discarica a Hollywood, e avevano fatto amicizia con il regista Hitchcock che dava loro consigli (piuttosto accondiscendenti) su come svolgere le indagini. Questa era la serie che mi appassionava di più, perché i protagonisti erano ragazzi normali che facevano cose normale, e non guidavano aeroplani o motoscafi come gli Hardy.
Verso la fine si aggiunsero nuove serie, probabilmente perché il materiale americano era finito e la Mondadori non sapeva più come andare avanti. I Pimlico Boys erano tre ragazzini inglesi che risolvevano casi. L’autore nominale era un certo Paul Dorval, ma si vedeva che la serie era di produzione autoctona: un po’ perché, dopo un buon inizio, la qualità delle storie precipitò in caduta libera, un po’ per delle truculenze che erano un po’ fuori posto in una serie per ragazzi. Tra l’altro, in un sito spagnolo ho trovato citati dei romanzi di Paul Dorval con la dicitura "tradotto dall’italiano". Non sono però riuscito a scoprire chi si nascondesse dietro questo pseudonimo. Qualcuno lo sa?
In Le inchieste di Rossana la protagonista era la figlia di un commissario romano. Non gradivo troppo questa serie, un po’ perché la protagonista era una ragazza (vedi sopra), un po’ perché mi dava fastidio che alla fine fosse sempre il padre a toglierla dai guai. Questi comunque erano scritti da Enzo Russo, che non era uno pseudonimo ma un autore autentico che ha scritto anche gialli "adulti.
Infine, Marcello & Andrea: durarono poco, perché la collana chiuse rapidamente le pubblicazioni. Mi ricordo che erano due ragazzi normali, se non sbaglio fratelli ma forse no, e mi ricordo che le loro storie mi piacevano molto, ma per qualche strana ragione non mi ricordo nulla di loro, né dove fossero ambientate le sotire né alcun dettaglio sulle loro avventure. L’autrice si chiamava Giulia Sarno, ma sul web non ho trovato traccia di lei. Che fine avrà fatto.
Wow, che trip nostalgico! Va bene, chiudo qui… ma se qualcuno ha notizie di questi misteriosi autori italiani me lo faccia sapere.

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Giornalismo canonico

Maledictus XVIDa ormai troppi giorni si discute dell’ormai celeberrimo documentario BBC sul papa e su come avrebbe ordinato di coprire i preti pedofili proteggendoli dagli scandali e dalle ire della legge. Una parte sostiene che si tratta di una coraggiosa denuncia, un’altrra di vergognose falsità. Ma rigorosamente senza entrare nel merito.
Ora, se vivessimo non dico in un mondo perfetto, ma basterebbe anche in un paese normale, la questione sarebbe molto semplice. Si prenderebbero i documenti emessi dal cardinale Ratzinger, li si sottoporrebbe a un paio di vaticanisti ed esperti di diritto canonico (possibilmente non con fama di integralismo cattolico o di anticlericalismo), e gli si chiederebbe: "cosa c’è scritto, in pratica?". Se risultasse che l’attuale Papa ha effettivamente ordinato di tenere nascoste le notizie sui preti pedofili, allora lo sipotrebbe criticare, anche aspramente. Se invece risultasse che il documentario inglese ha preso fischi per fiaschi, si lascerebbe cadere la cosa (e si criticherebbe magari la BBC per avere macchiato la propria fama di rigore avallando un’inchiesta scandalistica).
Invece, nulla di tutto questo. Si blatera di diritto di cronaca, di autorevolezza della BBC, di attacchi alla Chiesa e alla Famiglia e via dicendo, senza MAI usare argomentazioni che dicano se la notizia è vera oppure falsa.
Per trovare qualche argomentazione seria, di entrambe le parti, sono dovuto andare, com’è consuetudine, su Internet. Ecco qui, via commenti di un post di Macchianera: Pro Papa e Contro Papa.

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