Film: Cars – motori ruggenti

Cars[LAVORI IN CORSO]

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Film C.R.A.Z.Y.

C.R.A.Z.Y.Dal modo in cui questo film è pubblicizzato, si potrebbe pensare che sia in un film sugli anni Settanta. In parte lo è: l’epoca è quella ci sono la musica, l’androginia, la droga, e i vari miti del periodo. Però C.R.A.Z.Y. non è (o non riesce a essere) un film su un’epoca, ed è essenzialmente una storia di rapporti interpersonali in una famiglia turbata dalla dipendenza dalla droga del primogenito Ramon e dalla bisessualità di Zachary, penultimogenito e protagonista del film. Il "non essere fino in fondo" è purtroppo una delle cifre stilistiche di questo film: basti pensare che il titolo rimanda, oltre che a una canzone di Patsy Cline, alle iniziali dei cinque fratelli; ma poi il film si occupa solo di due di loro, lasciando gli altri tre nell’ombra. Oppure che uno dei temi centrali sono i poteri taumaturgici del protagonista, che a seconda dei momenti sembrano esistere o non esistere, senza che mai si pervenga a una conclusione.
Il film comincia piuttosto bene creando un’atmosfera magico-umoristica, ma questa si perde gradatamente fino a sfociare in un drammone familiare a forti tinte (ed è la parte più debole, che lo fa sembrare decisamente troppo lungo). Non mancano belle scene, personaggi ben caratterizzati, momenti azzeccati, ma la tentazione di dire troppe cose finisce per lasciare una sensazione di inconcludenza.

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Un paese moderno

In questo momento mi trovo nella hall dell’hotel Crowne Plaza di Malpensa, dove devo pernottare perché domani mattina prima dell’alba devo fare il check-in in aeroporto per un viaggio di lavoro. L’hotel è stato costruito pochi mesi fa e, nella pubblicità, si vanta di essere un luogo supermoderno per businessmen e congressmen. Però quando gli ho chiesto se era possibile avere un computer con Office e una porta USB, mi hanno guardato come se gli avessi chiesto se per colazione potevano servirmi delle lingue di iguana, però cucinate alla maniera vietnamita, mi raccomando. Meno male che poi il computer c’era. Aggiungo che per telefonare bisogna uscire in cortile, perché all’interno dell’edificio non c’è campo alcuno. E non c’è nemmeno un bancomat.

Sul computer ho fatto una scoperta interessante. Nella cronologia, il primo della lettera "a" è www.accompagnatricionline.com, il primo della "b" è www.bacididonna.com, il primo della "c" è www.cercoamicivip.com, e così via.

Un vero specchio del paese.

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Questo avrei voluto scriverlo io!

Vi capita mai di leggere qualcosa con cui siete talmente d’accordo da chiedervi: "perché non l’ho scritta io"?
A me è capitato con questo post di The Petunias.

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Inquietanti coincidenze

A Scanner DarklyStamattina prima di andare in ufficio ho preso con me Un Oscuro Scrutare di Philip K. Dick, che riposava su uno scaffale da almeno due anni, con l’intenzione di cominciare a leggerlo.
Mentre, in metropolitana, leggevo il primo capitolo, un tizio ha attirato la mia attenzione nonostante il vagone fosse affollato: indossava una maglietta nera sulla quale erano affiancati un teschio e uno smiley.
Mi sono incuriosito e, arrivato alla mia fermata, gli sono passato accanto e mi sono voltato a leggere la scritta.
Diceva: "Io sono vivo – e voi siete morti".

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Aggiornamento vacanze

Eccomi qui, non è proprio un vero post, dato che non sono riuscito a trovare un computer su cui scribacchiare non a pagamento, ma almeno vi aggiorno. Sono in Sicilia, per la precisione faccio base a Noto (SR). Il tempo è sempre splendido, ho visitato diverse località dei dintorni (Modica, Ragusa, Marzamemi, la Valle dei Templi), e ho fatto una serie di pasti luculliani sui quali vi ragguaglierò in seguito. A guardare lo specchio sembra che sia miracolosamente riuscito a non ingrassare ulteriormente, ma attento con ansia il responso della bilancia. Comunque mi diverto alla grande, e così spero di voi. Ci sentiamo tra qualche giorno per un resoconto completo.

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Vacanze

Ebbene sì, me ne vado in vacanza per due settimane.
Potrei dire che per questo motivo non aggiornerò il blog, ma sarebbe un falso, visto che negli ultimi tempi l’ho aggiornato ben poco. E potrebbe persino capitare che mi venga la voglia e abbia la possibilità di scrivere qualcosa qu tra un bagno e l’altro.
In ognic aso, a Ferragosto sarò di ritorno. E, credo, con un po’ più di tempo per scrivere (ma non contateci).
Buon agosto a chi parte e a chi resta.

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Podcast

Vi informo che su Fantascienza.com è uscito un podcast in cui il sottoscritto parla di uno dei migliori romanzi di Robert Sheckley, Scambio Mentale, e ne legge una delle scene più divertenti. Se volete ascoltarlo, potete trovarlo qui (al momento la versione MP3 sembra non esserci, c’è solo quella M4A, spero che l’errore venga corretto in futuro).

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E' andata!

Del calcio, lo ammetto, non me ne è mai fregato molto. Però non posso non essere contento del fatto che siamo di nuovo campioni del mondo dopo 24 anni.
Come si evince dalla foto, ieri tornare a casa è stata dura. Ma sono rientrato sano e salvo.
Peccato che appena al sicuro ho trovato alla TV il faccione di Mastella che proclamava "E’ impensabile che eroi come Buffon si ritrovino in serie C".
Non potremmo invece festeggiare la vittoria, una volta tanto, col rispetto delle regole?

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Concerto: Sting

StingEbbene sì, anch’io ero tra i tanti che sabato scorso in piazza Duomo a Milano hanno assistito al concerto di Sting offerto dal Cornetto Algida. Bisogna dire che non erano certo le condizioni ideali per ascoltare un concerto: in una piazza dall’acustica discutibile, lontanissimo dal palco, la cui visibilità mi era in parte preclusa dal monumento a Vittorio Emanuele II. Per giunta anche gli schermi giganti servivano a poco, visto che dovevano avere assoldato un regista di telenovelas: per la quasi totalità del tempo ha inquadrato il faccione di Sting in primissimo piano. Persino durante gli assoli di Dominic Miller preferiva inquadrare la faccia di quest’ultimo invece della chitarra. Davvero pessimo.
Nonostante tutto questo, devo dire che il concerto mi è molto piaciuto e sono contento di esserci stato. Sting si è presentato con una formazione ridotta all’osso: solo due chitarristi e un batterista, mentre lui si è tenuto il basso. Già questo lasciava presagire un ritorno al rock, dopo tanti anni di arrangiamenti jazzati che, dopo il fenomenale esordio di The Dream of the Blue Turtles, erano da tempo diventati maniera. Ma non avrei mai osato sperare che Sting facesse un concerto interamente basato sui brani dei Police e dei suoi primi album solisti, tralasciando totalmente la parte più recente e noiosa della sua carriera.
E qui devo aggiungere una nota personale. Io considero Sting uno dei più grandi autori di canzoni del secolo scorso. I Police sono stati il primo gruppo autenticamente rock che abbia mai seguito (ero alle medie!). E ricordo ancora quando acquistai The Dream of the Blue Turtles, e lo scetticismo per la prima prova solista di Sting si trasformò gradatamente in sconfinata ammirazione per un disco splendido. Tutto questo durò, più o meno, fino a Ten Summoner’s Tales. Poi l’incantesimo si ruppe bruscamente: Mercury Falling è un disco che a tutt’oggi non sono mai riuscito ad ascoltare per intero, da quanto è noioso. E Brand New Day e Sacred Love hanno seguito più o meno la stessa sorte: dischi inutili, tanto levigati e curati quanto assolutamente privi di idee. Mi sono detto: peccato, Sting ha finito le energie creative, succede. Però nel fondo del cervello mi era rimasto il dubbio: forse sono io che non so apprezzare questi dischi meno immediati, me li scarco da Internet o me li faccio masterizzare dagli amici, li ascolto due  volte e poi li metto via. I dischi degli anni Ottanta dovevo risparmiare un mese prima di comprarli, per questo li ascoltavo religiosamente e ne captavo ogni sfumatura. Beh, ora è stato proprio Sting in persona a togliermi ogni dubbio: se persino lui ha ritenuto opportuno presentare un solo brano dei suoi ultimi dieci anni di carriera, vuol dire che quei dischi sono delle merde, da dimenticare senza appello, e stop.
Per il resto, il concerto è stato quello che ci si poteva aspettare da Sting: lui canta ancora passabilmente bene e regge perfettamente il palco, la band era molto professionale, e soprattutto lui riesce a ogni tour a rinnovare i propri brani riarrangiandoli in modo non scontato. In questo concerto la trasformazione più riuscita è stata quella di When the World Is Running Down You Make the Best of What’s Still Around, che da semplice canzoncina è diventata una cavalcata rock-psichedelica alla Cream. La meno riuscita, invece, quella di If You Love Somebody Set Them Free, che rallentata perde la sua ragione d’essere.
In definitiva, si potrà anche dire che Sting è un musicista al tramonto, visto che le canzoni che ha presentato, eccettuata
Desert Rose, hanno tutte più di dodici anni di età. Però uno che come se niente fosse ti suona venti brani come questi (e volendo ne avrebbe ancora in serbo parecchi: pensate a Don’t Stand So Close to Me, Invisible Sun, Tea in the Sahara…) merita profondo rispetto.

Questa la scaletta (dell’identità dei brani sono sicuro, non altrettanto dell’ordine):

Message in a Bottle

Synchronicity II

Walking on the Moon

If I Ever Lose My Faith in You

Englishman in New York (sull’arpeggio di Mad about You)

Spirits in the Material World

Shape of My Heart

Driven to Tears

Every Little Thing She Does Is Magic

Why Should I Cry for You?

Fields of Gold

A Day in the Life

If You Love Somebody Set Them Free

When the World Is Running Down You Make the Best of What’s Still Around (con un accenno di Voices Inside My Head)

Roxanne (con un accenno di So Lonely)

Desert Rose

Next to You

Every Breath You Take

Fragile

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