Una macchia sulla mia reputazione

MacchianeraDa oggi sono tra i collaboratori del blog Macchianera.
Il mio primo post ricalca nei contenuti quello che avete potuto leggere qui qualche giorno fa.
Ovviamente continuerò a scivere qui tutto quello che mi passa per la testa. Laggiù scriverò soltanto le cose che mi interessa abbiano un alta visibilità, e le riscriverò comunque in copia qui.
Anche perché non sempre avrò voglia di affrontare la feroce arena dei commentatori di Macchianera.

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Chi sono gli orchi?

epolis"Fermiamo gli orchi!".
Con questo sobrio titolo, il quotidiano gratuito milanese E Polis ha dato inizio alcuni giorni fa a una violentissima campagna contro i "siti dei pedofili". Particolarmente preso di mira è il sito Boy Love Day, che ormai da diversi anni celebra ogni 24 giugno una giornata a favore della liberalizzazione della pedofilia, presentata come una qualsiasi forma di sessualità, legittima come ogni altra e invece soggetta a gravi discriminazioni.
Il sito in questione, bisogna dirlo, è effettivamente disgustoso. Comincia con un appello alla libertà di epsressione e ai Diritti dell’Uomo, ma già la home page, una grande illustrazione in cui tanti bambini siedono felici sulle ginocchia di preti, babbi natale, maestri e capi scout che li accarezzano con aria lubrica, fa un’impressione davvero rivoltante. Se poi si entra nel sito, bastano pochi clic per arrivare a fotografie porno-soft di minori, il che non dà certo l’impessione che lo scopo del tutto sia dibattere astrattamente sulla libertà sessuale.
E tuttavia, personalmente trovo la campagna di E Polis molto più allarmante del suo bersaglio. Le prime tre pagine del quotidiano ogni giorno, ormai da diversi girni, sono dedicate ad aizzare la folla perché chieda, imponga al governo di oscurare il sito in questione e altri simili, in modo che non siano più accessibili dall’Italia. Io mi permetto di fare le seguenti osservazioni:

  • L’oscuramento totale dei siti non è tecnicamente possibile. Si può rendere difficile arrivarci, ma un utente tecnicamente esperto può sempre e comunque aggirare le barriere. Quindi misure del genere sono efficaci come provvedimento di censura nei confronti dell’utente medio, ma non per impedire l’accesso a persone realmente interessate.
  • Un sito che difende apertamente la pedofilia, per quanto ossa non piacere, non è socialmente pericoloso. Essendo pubblico, può essere monitorato. Chiudere i siti pubblici non impedirà chemateriale simile venga scambiato inprivto, senza più alcun controllo di legittimittà.
  • Il sito in questione, per quanto aberrante, non è illegale. Non descrive come commettere dei reati. Si limita a sostenere che quello che attualmente è un reato non dovrebbe esserlo. E questa, per quanto possa non piacere, per quanto si possa ritenerla socialmente pericolosa, resta comunque solo un’opinione, e dovrebbe essere protetta dalla libertà di espressione.
  • La tesi per cui l’esistenza di siti che inneggiano alla legittimità della pedofilia può incitare i pedofili a non vedere le proprie tendenze come una colpa e a non reprimere le proprie tendenze può anche essere vera (anche se ne dubito), ma non è una motivazione sufficiente. Al mondo esistono tantissime opinioni che qualcuno può giudicare sovversive o pericolose. E impedire di esprimerle è sempre e comunque censura. Se ammettiamo che esiste un’opinione che non può essere espressa, implicitamente ammettiamo che ce ne possano essere molte altre.

Riassumendo, io ritengo che la campagna di E Polis non sia di alcuna reale utilità alla lotta contro la pedofilia. L’eventuale oscuramento dei siti non procurerà alcun danno alle persone veramente pericolose, che non sono quelle che aprono siti, ma quelle che si presentano come rispettabili e agiscono al coperto. In compenso, l’effetto pratico della campagna sarà un colossale passo avanti verso la legittimazione della censura su Internet. Una volta usato lo spauracchio della pedofilia per far passare il concetto che si possono oscurare i siti che esprimono opinioni pericolose, quanto ci vorrà perché si proponga l’oscuramento di siti che, a giudizio di qualcuno in grado di aizzare la folla, sono "filoterroristi", "estremisti", o semplicemente politicamente sgraditi?
Trovo particolarmente triste che a organizzare tutto questo sia un quotidiano, su cui scrivono anche tante firme di sinistra. A un giornalista la libertà di espressione dovrebbe stare particolarmente a cuore. Non si dovrebbe aizzare la folla (che probabilmente in buona parte non è neppure in grado di valutare autonomamente i contenuti in inglese del sito in questione) per chiedere la censura. E trovo ancora più inquietante che praticamente nessuno, tra politici, giornalisti e blogger, abbia osato esprimere un’opinione contraria. La paura di passare per difensori dei pedofili, evidentemente, paralizza tutti. Non è un buon segnale.

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E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!

BibbiaC’è chi propone di introdurre la Bibbia a scuola come libro di testo da studiare. Dato che la proposta è sostenuta a spada tratta da maniaci religiosi come Paola Binetti, mentre da sinistra si levano voci che la vedono come un’ulteriore minaccia alla già traballante laicità della nostra scuola, sembrerebbe ovvio come schierarsi.
Eppure, a me non sembra affatto una cattiva idea.
In primo luogo, è verissimo che la Bibbia è un testo fondamentale per la cultura occidentale. Ha plasmato in profondità la nostra storia e la nostra cultura. E conoscerlo un pochino meglio non sarebbe male. Tra l’altro, mentre nei paesi di cultura protestante la Bibbia si legge ed è conosciuta, il cattolicesimo ha sempre scoraggiato la lettura diretta del testo sacro, col risultato che se ne conoscono solo quei pezzettini accuratamente scelti che la Chiesa ha scelto di usare per la sua liturgia (o meglio, li conoscono quei pochi che sono andati in chiesa in qualche momento della loro vita, visto che in questo Paese di supercattolici a Messa non ci va più nessuno).
In secondo luogo, non credo neppure che si tratti di un pericolo per la laicità, perlomeno se il suo studio verrà affidato agli insegnanti normali, e non a quelli di religione. Mettiamo in mano una Bibbia allo studente, e invitiamolo a porsi delle domande. Chi l’ha scritta? Qual è il suo messaggio? Invitiamolo ad analizzarla come un’opera letteraria, non come la Parola di Dio. Facciamogliela leggere tutta, anche quei passi che ripugnano totalmente alla coscienza dell’uomo moderno, quelli che incitano alla violenza, allo schaivismo, allo sterminio del nemico, alla sottomissione delle donne. Io dubito che un’operazione simile farebbe male alla laicità.

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Genova per noi

Genova - pestaggiGiuliano Amato sostiene che esiste ancora un’immotivata sfiducia verso la polizia da parte di alcune fasce sociali. Che tale sfiducia esista, è assolutamente vero. Che sia un fatto negativo, non ci piove. Che sia immotivata, beh, questo è un altro paio di maniche.
Io sono figlio di un ufficiale dei Carabinieri, abituato fin da bambino ad avere familiarità con le forze dell’ordine e a considerarle amiche: i miei baby-sitter erano carabinieri. Eppure, sinceramente, dopo Genova, non credo affatto che mi sentirei tranquillo se mi capitasse di dover affidare la mia incolumità fisica alla correttezza e democraticità delle nostre forze di polizia.
Nei giorni scorsi, come segnalato da Falena, è arrivata una prima condanna per i pestaggi di Genova. Si direbbe una notizia importante, eppure è stata del tutto ignorata o pubblicata con un rilievo minimo. Amato finge che la cosa non sia accaduta. Ciò non incoraggia a pensare che la situazione sia cambiata.

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Uno straccio di laicità

Uno straccio di laicitàNel caso in cui non si fosse capito, l’attuale ondata di clericalismo mi ha fatto veramente incazzare. Non riesco a rassegnarmi al fatto che il nostro sia l’unico paese d’Europa, o quasi, in cui una coppia omosessuale non può avere un riconoscimento legale, o in cui la fecondazione assistita è soggetta a pesantissime limitazioni. Soprattutto, non riesco a rassegnarmi al fatto che queste limitazioni siano non la conseguenza di un autentico sentimento popolare, ma il risultato di pressioni della gerarchia ecclesiastica, nell’acquiescenza di quasi tutti i politici e nell’indifferenza dei più.
Non credo di essere il solo a pensarla così. Ora pare che qualcuno abbia trovato un modo di rendere visibile questa indignazione. Per la precisione Controradio di Firenze, che ha lanciato l’iniziativa Uno straccio di laicità. Si tratta semplicemente di esporre un nastro color porpora sul proprio veicolo, borsa, finestra o blog, per esprimere il proprio desiderio che la Chiesa la smetta di ingerirsi con le leggi dello Stato, come il Concordato le imporrebbe.
Un’iniziativa del genere può rimanere un gesti simbolico privo di qualunque effetto pratico, o una forza potente, a seconda della quantità di gente che aderisce. Pertanto, non posso che esortarvi tutti ad aderire. Anche se i segnali non sono buoni. E’ preoccupante, per esempio, che a quasi tre settimane dal lancio dell’iniziativa pochissimi ne siano a conoscenza. Del resto, partiti come i DS, che in teoria dovrebbero difendere la laicità, sono impegnati a diventare i democristiani del futuro con il Partito Democratico, e non possono certamente mettersi contro la Chiesa sponsorizzando iniziative del genere. Però anche le bandiere arcobaleno hanno cominciato a poco a poco e poi sono diventate un mare. Io ancora non dispero del tutto…

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BAGNASCO VERGOGNA!

BAGNASCO VERGOGNA!Questa è la scritta apparsa sul portone della cattedrale di Genova. Ed è una scritta sacrosanta. Perché il presidente della CEI,dopo le sue dichiarazioni che paragonano gli omosessuali conviventi ai pedofili, poi smentite senza smentirle, dovrebbe vergognarsi, punto. "Vergogna!" è quello che avrebbe dovuto rispondergli qualunque politico o giornalista degno di questo nome. Invece silenzio, prudenza, comprensione, anche da parte di coloro da cui sarebbe più che lecito aspettarsi una reazione. E allora ben venga la scritta.
La cosa più allucinante però è stata la reazione. Allarme poliziesco, come se dire a qualcuno di vergognarsi implicasse minacce di violenza. E quasi universale deplorazione, come se criticare un prete fosse delitto di lesa maestà. Io dico: i preti imparino a rispettare la gente, se vogliono essere rispettati. Per quanto mi riguarda, dire "Bagnasco vergogna!" è il minimo. Anzi, bisognerebbe farci un banner.

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Terrorismo, giustizialismo e cattivo giornalismo

Cesare BattistiOggi è stato arrestato lo scrittore ed ex-terrorista Cesare Battisti. Se non vi ricordate chi è, leggendo sia il Corriere, sia la Repubblica, troverete scritto che "è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise e d’appello di Milano per aver personalmente ucciso il gioielliere Torreggiani, ferito suo figlio oggi paraplegico, per l’omicidio di un maresciallo degli agenti di custodia, Santoro, e di un agente della Digos, Campagna".
Fa specie innanzitutto notare che il testo è quasi identico su ambedue i quotidiani on-line, i quali si rifanno probabilmente alla stessa fonte, probabilmente un comunicato ANSA. Ma il punto è un altro, e cioè che alcune di queste affermazioni NON SONO VERE. Come si può verificare facilmente anche in rete, per esempio consultando Wikipedia, Battisti non fu condannato per aver personalmente ucciso Torreggiani, ma solo per essere l’ideatore dell’omicidio, che fu eseguito materialmente da altri. Quanto al figlio, fu addirittura vittima dei proiettili sparati dallo stesso Torreggiani.
Dettagli, dirà qualcuno, Battisti è stato conndannato per tanti reati, che differenza fa uno in più o uno in meno? Ma non è così. Battisti non ha mai negato di essere stato membro dei Proletari Armati per il Comunismo, né se n’è mai dissociato. Ha però sostenuto che gli sono stati attribuiti reati commessi da altri, mentre veniva processato in contumacia, unicamente in base a testimonianze prive di sufficienti riscontri. All’epoca in cui fu concessa l’estradizione, ci furono roventi polemiche riguardo al fatto che le riscostruzioni pubblicate da alcuni quotidiani attribuivano a Battisti l’esecuzione materiale di delitti ben al di là delle risultanze processuali. Ed è sconfortante vedere come tali polemiche siano serviti a meno che niente, visto che i principali quotidiani italiani, quando si tratta di spiegare ai lettori chi sia Battisti, non trovano di meglio che riportare ambedue lo stesso testo scorretto e fazioso.
All’epoca dell’estradizione non firmai la petizione a favore di Battisti. Anche se è sicuramente vero che fu condannato in modo discutibile e poco ortodosso, si tratta comunque di un membro di un’organizzazione terroristica che ha commesso crimini particolarmente odiosi, da cui non si è mai dissociato, e che si è sottratto alla giustizia con un’evasione. Mi ripugnava, quindi, dargli una mano. Tuttavia ora mi pento di non averlo fatto. Se questo è un esempio della superficialità con cui è stato giudicato colpevole, allora davvero nulla di buono potrà venire dal suo forzato rientro in Italia.

Renato CurcioColgo l’occasione per occuparmi di un altro evento riguardante il tema degli ex-terroristi. Ieri Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, mentre stava presentando un suo libro intitolato Il carcere speciale a Napoli nel corso di una fiera, è stato contestato da alcuni esponenti locali di AN che volevano impedirgli di parlare e invocavano per lui il carcere a vita.
Sinceramente mi pare che l’episodio non abbia giustificazioni. Ho avuto occasione di leggere il primo libro di Curcio, L’Azienda Totale, e si tratta di uno studio serio, che non ha nulla a che vedere con il terrorismo. Curcio ha scontato fino in fondo la sua pena, una ventina d’anni di carcere, che non sono pochi. E’ vero, non si è dissociato dal terrorismo, ma questi sono affari suoi. L’autocritica obbligata è propria del maoismo, non di una democrazia. Una persona che ha pagato il suo debito con la società dovrebbe essere considerata riabilitata e libera di fare ciò che più le piace, incluso esprimere la propria opinione e scrivere libri. Certo, ci sono considerazioni di opportunità e di rispetto per le vittime, ma non è questo il caso di Curcio, che non va in televisione a raccontare come ha ammazzato qualcuno, e non va esaltando la propria esperienza di terrorista. Si occupa d’altro, scrivendo libri. Penso che ne abbia il diritto, e che tentare di impedirlgielo sia un gestom né più né meno, fascista.

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Svegliaaaaaaaaa!

SvegliaUn po’ in ritardo, ma con questa sveglia aderisco anch’io, idealmente, alla manifestazione in favore dei DICO.

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La controparte

Papa e ImperatoreRecentemente il Presidente della Repubblica si è espresso a favore del raggiungimento di un accordo sui famosi PACS. Per quelli che vedono questo elementare riconoscimento di diritti come il demonio, il Presidente ha fatto malissimo a esprimere questo auspicio. Per altri, ovviamente, ha fatto bene. Io mi limito a constatare che l’obiettivo indicato da Napolitano non è quello di fare una legge che soddisfi una richiesta che proviene da gran parte dei cittadini, bensì quello di trovare un accordo che tenga conto della volontà della Chiesa. Da quando la Chiesa cattolica è una controparte con cui vanno contrattati i diritti dei cittadini? Purtroppo in Italia lo è da sempre, e temo lo sia ancora. Possiamo avere eletto un Presidente ex-comunista, ma il potere di interdizione del clero, invece che calare, cresce. Una volta, perlomeno,di fronte a un discorso così palesemente ossequioso, qualcuno si sarebbe scandalizzato. Ma oggi, dagli ex-sessantottini come Giuliano Ferrara agli ex-radicali come Francesco Rutelli, tutti fanno a gara nel baciare la pantofola.

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Tempi moderni

Najib MahfuzOggi, sia il Corriere, sia La Repubblica pubblicano la notizia dell’apertura di una scuola araba a Milano, con relative proteste della Lega che teme, poverina, che sia un luogo dove si insegna ai bambini "un Islam violento". I due articoli sono talmente simili che è probabile che siano stati ricopiati dalla stessa notizia d’agenzia. Ambedue riportano che la scuola è dedicata "al filosofo arabo Nagib Mhalfuz". Non troverete questo nome inserendolo su Google, perché la grafia è sbagliata, qualunque metodo di traslitterazione si usi. Trovereste invece Najib o Naguib Mahfouz, che non è affatto un filosofo. E’ invece il più noto scrittore egiziano, vincitore del premio Nobel per la letteratura. E non solo: uno scrittore progressista, a lungo impossibilitato a pubblicare nel proprio paese, tanto odiato dai fondamentalisti islamici che uno di loro lo accoltellò e quasi riuscì a togliergli la vita.
Dunque, riassumiamo. Con il patrocinio del consolato egiziano, viene aperta a Milano una scuola araba. Non una scuola islamica, ma una scuola in lingua araba, così come ce ne sono in lingua inglese, francese, tedesca. La scuola viene intitolata a uno dei più illustri nemici del fondamentalismo islamico. Ciònonostante, i leghisti sbraitano come se si trattasse di una scuola per terroristi, con accenti degni del peggior razzismo. E cosa fanno i due maggiori quotidiani italiani? Non si accorgono neppure di chi si sta parlando. Sbagliano il nome, lo confondono con qualcun altro. Per loro, è il caso di dirlo, è arabo. All’ignoranza aggressiva dei pochi si aggiunge come un macigno l’ignoranza noncurante di chi avrebbe il dovere di informare. Mi pare una perfetta metafora della situazione generale.

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